In perenne movimento e probabilmente agevolato da qualche soffiata, Volodymyr Zelensky sarebbe scampato ad almeno tre tentati omicidi la scorsa settimana secondo il quotidiano britannico The Times. Dietro a due tentativi di eliminare il presidente ucraino ci sarebbe stato il Wagner Group, contractor paramilitari sostenuti dal Cremlino. L’altro tentativo invece sarebbe stato effettuato dal commando di ceceni, che Kiev afferma di aver eliminato. Secondo quanto riferito dal Times, ci sono più di 400 componenti del Wagner Group a Kiev, dove si sono infiltrati con una kill list di 24 nomi. Nei giorni scorsi il presidente ucraino aveva dichiarato di essere consapevole di essere il bersaglio numero 1 di un attentato e di essere preoccupato per la sua famiglia considerata il bersaglio numero 2.

Da Mosca oggi arriva l’insinuazione che Zelensky, che nei giorni scorsi aveva dichiarato non sarebbe fuggito, “ha lasciato l’Ucraina ed è andato in Polonia“. Il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin lo fa fatto sapere sul suo canale Telegram, secondo quanto riferisce la Tas. Non c’è nessuna conferma da parte ucraina e forse la diffusione della notizia da parte di Mosca è avvenuta proprio per far uscire allo scoperto Zelensky, con un videomessaggio come è successo nei giorni scorsi. “Gli occupanti hanno diffuso un altro falso dicendo che il presidente Volodymyr Zelensky ha lasciato il Paese. Non è vero, il presidente è Kiev con la sua gente” scrive sul proprio canale Telegram la Rada, il canale televisivo ufficiale del parlamento ucraino.

I 400 miliziani del gruppo paramilitare Wagner sono mercenari russi che senza regole né riconoscimenti ufficiali agiscono da anni nelle zone di conflitto di mezzo mondo. Sempre secondo il Times si nascondono ora per le strade della capitale, mimetizzati a caccia del nemico numero uno di Mosca. Secondo il Times, sarebbero stati richiamati sei settimane fa da una missione in Africa con la promessa di una ricca ricompensa. Un’operazione preparata dunque da tempo, quando Vladimir Putin ammassava decine di migliaia di truppe al confine ma continuava a negare di voler invadere l’Ucraina.

Gli 007 di Kiev avrebbero avuto notizia della minaccia nella mattina di sabato 26 febbraio, poco prima che l’amministrazione comunale annunciasse un coprifuoco totale per 36 ore. Una mossa che adesso, alla luce delle rivelazioni del quotidiano londinese, appare più chiara. “Chi sarà trovato in strada, sarà trattato da nemico”, aveva avvisato il sindaco Vitalij Klitschko. I nemici pronti ad attentare alla vita del presidente sono però anche interni. Nei giorni scorsi Kiev ha denunciato l’evasione dai domiciliari dell’oligarca ucraino di origini russe Viktor Medvedchuk, molto vicino al Cremlino e ritenuto tra i possibili candidati alla guida di un governo leale a Mosca, se quello attuale venisse rovesciato. Il tycoon, attivo in molti campi dall’energia ai media, stava scontando una condanna per alto tradimento dopo essere stato giudicato colpevole di sostegno alle forze separatiste del Donbass.

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