Sembrava che l’invasione russa dell’Ucraina potesse avere conseguenze anche oltre l’atmosfera terrestre e coinvolgere la Iss, la Stazione spaziale internazionale, i cui equipaggi sono a turno composti da astronauti di diverse cittadinanze ma soprattutto statunitensi e russi. Ma per ora questa ipotesi, pur ventilata dal numero uno dell’agenzia spaziale russa, sembra scongiurata. Intanto però la Russia ha comunque sospeso i lanci spaziali dal cosmodromo di Kourou, nella Guyana francese, per rispondere alle sanzioni imposte dall’Unione Europea. In reazione alle sanzioni dell’Ue contro le nostre aziende, Roscosmos – fa sapere l’Agenzia – sospende la sua cooperazione con i partner europei nell’organizzazione di lanci spaziali dal cosmodromo di Kourou e richiama il suo staff tecnico (…) dalla Guyana francese”. I russi ha lanciatori economici che possono essere in qualche modo sostituiti da quelli di Space X di Elon Musk, anche se ovviamente non si tratta di operazioni che possono essere organizzate in breve tempo: i lanci comunque dovrebbero avvenire in Florida. Certo è che per quanto riguarda i lanciatori russi in Guyana, la Soyuz è il lanciatore che ha la migliore affidabilità, al momento. In alternativa si può lanciare con il Vega (europeo). Mentre l’ultimo satellite italiano, Cosmo CSG, è stato lanciato dalla Florida un mese fa da SpaceX.

Tutt’altro discorso invece per la Iss e per la ricerca spaziale. Gli spostamenti orbitali della Stazione spaziale – che ad aprile dovrebbe vedere l’italiana Samantha Cristoforetti ricoprire il comandante della spedizione n° 68 – dipendono da propulsori russi. Solitamente vengono utilizzati per evitare spazzatura spaziale e per compensare l’orbita. Il direttore di Roscosmos aveva lasciato intendere che senza l’intervento russo la Iss potrebbe accidentalmente cadere su Europa o Usa ma non sulla Russia. Nasa ed Esa, rispettivamente l’Agenzia spaziale statunitense e quella europea hanno spento i timori. Le missioni spaziali dovrebbero proseguire secondo i programmi: dalle attività a bordo della Stazione Spaziale ai voli della Soyuz previsti in marzo, fino alla missione congiunta fra Europa e Russia ExoMars, diretta a Marte prevista in settembre e carica di attese. “Le nuove misure relative alle esportazioni continueranno a consentire la cooperazione fra Stati Uniti e Russia nel settore dello spazio civile e – ha dichiarato il portavoce della Nasa Joshua Finch – nessun cambiamento è previsto nel supporto da parte dell’agenzia alle operazioni in corso sia in orbita, sia nelle stazioni di controllo a Terra”.
Dello stesso tenore il tweet del direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Josef Aschbacher: “Nonostante l’attuale conflitto, la cooperazione spaziale civile rimane un ponte” e “l’Esa continua a lavorare su tutti i suoi programmi, inclusa la Stazione Spaziale Internazionale e la campagna di lancio della missione ExoMars, al fine di onorare gli impegni con gli Stati membri e i partner. Continuiamo a monitorare l’evolversi della situazione”.

Sempre con un tweet è arrivata infine un’immagine eloquente della vita a bordo della Iss, una foto nella quale quale il comandante russo Anton Shkaplerov è al lavoro sorridente accanto all’americano Mark Vande Hei. Nulla al momento è stato rinviato: il 18 marzo la navetta russa Soyuz MS-21 dovrà portare sulla Stazione Spaziale internazionale tre cosmonauti, il 30 marzo un’altra Soyuz, la MS-19, dovrà portare a Terra dalla stazione orbitale due russi e un americano e il 20 settembre è atteso il lancio destinato a portare su Marte il rover di ExoMars, la missione congiunta delle agenzie spaziali di Europa (Esa) e Russia (Roscosmos). Tutte le missioni spaziali all’insegna della collaborazione fra Europa e Russia sono al momento confermate, ma in una situazione di grande incertezza, della quale le agenzie spaziali di tutto il mondo stanno seguendo gli sviluppi.

Stanno quindi proseguendo le operazioni in vista del lancio della missione ExoMars, destinata a cercare su Marte tracce di vita, grazie anche a una trivella costruita in Italia. Le operazioni in vista del lancio dovrebbero cominciare a breve a Baikonur, la base di lancio russa che si trova nel Kazakhstan: lì il rover Rosalind Franklin dovrà essere integrato nel lander russo Kazachok, destinato a portarlo sul suolo marziano. Dalla stessa base russa è previsto il lancio, con il razzo russo Proton. Indubbiamente, ExoMars è una missione nella quale Europa e Russia sono legate a doppio filo, frutto di importanti investimenti e di attese altrettanto grandi. Al momento non ci sono nemmeno segnali di interruzione per il programma di addestramento degli astronauti, con cinque americani che in marzo dovrebbero andare in Russia e tre cosmonauti che nello stesso periodo sono attesi allo Johnson Space Center della Nasa.

Articolo Precedente

Guerra Russia Ucraina, il ruolo della Cina e quei legami sempre più solidi tra Putin e Xi Jinping

next
Articolo Successivo

Vitali e Vladimir Klitschko, dall’olimpo della boxe alla difesa di Kiev: il sindaco e il soldato semplice, i gemelli simbolo dell’Ucraina

next