Sono ancora circa 4,9 milioni gli italiani immunizzabili contro Covid che non ancora ricevuto una dose di vaccino. E sono crollate le nuove somministrazioni nella fascia over 50 per cui c’è obbligo del Green pass per lavorare. Ed è in questo contesto – mentre si attende l’inizio delle somministrazioni del vaccino proteico Novavax per cui è iniziata la distribuzione alle Regioni – che si inseriscono i dati sul rischio di morte tra chi ha ricevuto il vaccino e/o anche il booster e chi no. La mortalità la popolazione over 12 fra il 31 dicembre 2021 al 30 gennaio 2022 è un dato chiaro in termini di efficacia dei composti che servono ad arginare il coronavirus Sars Cov 2: per i non vaccinati (114 decessi per 100mila abitanti) è 6 volte più alta rispetto ai vaccinati con ciclo completo (23 decessi per 100mila abitanti) e 17 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva o booster (7 decessi per 100mila abitanti). I ricoveri in terapia intensiva per i non vaccinati (30 per 100mila) sono 6 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (5 ricoveri per 100mila) e 17 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva o booster (2 ricoveri per 100mila).

E proprio i decessi non calano, anzi. Nel corso delle ultime settimane “è stata registrata una diminuzione del numero dei casi segnalati, delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva. Sono invece ancora in aumento i decessi” si legge nel report esteso dell’Istituto superiore di sanità che integra i dati del Monitoraggio settimanale sull’andamento del Covid in Italia. anche le curve dei grafici confermano l’andamento. Dal 7 al 20 febbraio sono stati diagnosticati e segnalati 771.327 nuovi casi, di cui 715 deceduti.

Comunque continua la discesa dell’incidenza settimanale che passa da 704 per 100.000 abitanti (7/2/2022 – 13/2/2022) a 560 per 100.000 abitanti (14/2/2022 -20/2/2022) contro 742 per 100.000 abitanti (7/2/2022 – 13/2/2022) per arrivare a 552 ogni 100.000 abitanti questa settimana. Nella fascia 0-9 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni (2.551 per 100.000), mentre nella fascia di età 70-79 anni si registra la più bassa (628 per 100.000). Intanto decresce in tutte le fasce l’incidenza a 14 giorni, comprese le fasce 0- 9 e 10-19 anni. L’età mediana è pari a 37 anni.

Proprio per la fascia più giovane della popolazione sono a disposizione i dati di due anni di pandemia. Dall’inizio dell’epidemia al 23 febbraio 2022 sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 2.805.320 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 14.544 ospedalizzati, 339 ricoverati in terapia intensiva e 48 deceduti. Nelle ultime quattro settimane, secondo l’Iss – è rimasta stabile al 31% la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare rispetto al resto della popolazione. Nell’ultima settimana il 20% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 44% nella fascia d’età 5-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni. Per queste due ultime fasce è disponibile il vaccino: per quanto riguarda i più giovani solo poco meno del 30% ha completato il ciclo vaccinale, mentre meno del 40% degli adolescenti ha ricevuto il booster mentre oltre l’82% ha ricevuto due iniezioni. In diminuzione il tasso di incidenza ormai in tutte le fasce d’età, in diminuzione anche il tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce ad eccezione della fascia 16-19 anni, in cui si registra un lieve aumento nell’ultima settimane, anche se il dato è ancora da consolidare. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati è pari a 3,1%, in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (3.2%). In sei mesi, dal 24 agosto 2021 al 23 febbraio 2022 sono stati segnalati 232.818 casi di reinfezione.

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