Si fa ancora più pesante il piano di ridimensionamento dell’organico che la multinazionale statunitense Pfizer ha deciso di attuare in Italia. Ai 13o licenziamenti già annunciati nello stabilimento di Catania si sommerebbero infatti altri 128 tagli tra gli informatori farmaceutici, per un totale di 258 posti di lavoro persi. Lo comunica la Federazione degli informatori scientifici del farmaco. L’annuncio dei tagli a Catania è arrivato lo scorso 7 febbraio, un giorno prima dell’annuncio dei risultati di bilancio del gruppo che hanno visto i ricavi raddoppiare e gli utili salire a 3,9 miliardi di dollari grazie ai vaccini contro il Covid. Per il 2022 il gruppo si attende incassi aggiuntivi di oltre 50 miliardi grazie a vaccini e pillola contro il virus. Lo sviluppo del vaccino, prodotto insieme alla tedesca BioNtech, è stato finanziato anche grazie a ingenti sostegni pubblici diretti e indiretti. Il sito di Catania non è coinvolto nella produzioni di questi medicinali ma è specializzato in farmaci antibiotici.

Due giorni fa si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra sindacati e l’azienda. “Le distanze rimangono siderali” hanno fatto sapere i sindacati, ” a maggior ragione dopo l’intervento aziendale di oggi che, attraverso il responsabile delle risorse umane Carmelo Fornito, ha avanzato la possibilità di un ricollocamento nel sito di Ascoli Piceno, dove si produrrà la pillola anti Covid-19, per soli 50 lavoratori tra le figure in esubero, su base volontaria con l’erogazione di un incentivo ‘una tantum’ per il trasferimento. Il resto – osservano Cgil, Cisl, Uil e Ugl – sarà licenziato, andando ulteriormente ad incrementare il gruppo dei dipendenti in uscita dalla Pfizer Catania già folto dopo la mancata conferma dei lavoratori con contratto interinale: 50 a fine febbraio e 30 ad agosto “. I sindacato chiedono quindi al ministero dello Sviluppo economico di “Promuovere un urgente tavolo di confronto con Pfizer che affronti il tema delle politiche industriali che il gruppo intende perseguire nel nostro Paese”.

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