Beppe Grillo sta con Giuseppe Conte. Nel bel mezzo dello scontro durissimo tra il ministro degli Esteri e il presidente M5s, torna in campo il fondatore per cercare una mediazione prima che sia troppo tardi. Il garante, in un post dal titolo Cupio dissolvi, si ripresenta come “l’Elevato” e chiede ai suoi di calmare “le vanità” rispettando “ruoli e regole” per evitare che la creatura sua e di Gianroberto Casaleggio venga massacrata dalle lotte fratricide interne. Il riferimento è sicuramente alle gerarchie e quindi alla leadership di Conte, messa in discussione proprio da Luigi Di Maio nelle scorse ore, ma anche alle norme e quindi molto probabilmente alle regola dello stop dopo due mandati che preoccupa 66 parlamentari arrivati alla fine della loro esperienza. Non è un caso che al momento non si registrino reazioni ufficiali, tranne il like di approvazione pubblico arrivato dall’ex presidente del Consiglio.

Il testo dell’intervento del garante è molto breve e come sempre lascia spazio alle interpretazioni: ad accompagnarlo è una foto del Grillo attore, quando recitò nel film “Cercasi Gesù”. Segue un messaggio di poche righe rivolto ai suoi: “Una volta”, è l’esordio, “un padre venerabile (Bapu Ghandi) disse ai suoi ‘sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo’. Così egli (l’Elevato) non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande”. E continua: “Sicché rinunciò a sé per consentire il passaggio dall’impossibile al necessario”, aggiunge. Quindi il monito: “Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei). Il necessario è saper rinunciare a sé per il bene di tutti, che è anche poter parlare con la forza di una sola voce. Ma se non accettate ruoli e regole restano solo voci di vanità che si (e ci) dissolvono nel nulla”.

Era inevitabile che Grillo prendesse posizione dopo lo scontro frontale di questi giorni. Anche perché, dietro gli attacchi pubblici tra Di Maio e Conte di questi giorni, c’è molto di più delle polemiche sulle trattative per il Quirinale: dalla resa dei conti sulla leadership ai nuovi equilibri in vista delle prossime elezioni. Le tensioni tra Di Maio e Conte erano arrivate allo stremo già nei mesi scorsi e sono esplose con la corsa per il Colle. Nella giornata di martedì il presidente del M5s Conte, intervistato da il Fatto quotidiano, aveva parlato di “condotte molto gravi” di cui Di Maio “dovrà rendere conto alla nostra comunità e agli iscritti”. E il riferimento sono alle trattative parallele che, secondo le accuse dei contiani, l’ex capo politico avrebbe condotto durante la fase più delicata delle trattative. Di Maio intanto, che aveva attaccato il leader neanche un’ora dopo la rielezione di Mattarella dicendo che “alcune leadership hanno fallito”, continua a tessere la sua rete all’interno del Movimento: ieri ha prima visto l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e nel pomeriggio ha sentito l’ex prima cittadina di Torino Chiara Appendino. Nel mezzo ha avuto un pranzo con la capa del Dis Elisabetta Belloni che ha ufficialmente riconfermato la sua stima per Di Maio: una mossa molto significativa, pilotata da Di Maio proprio per cercare di liberarsi della nomea di colui che avrebbe affossato la candidatura della capa dei Servizi segreti per il Colle.

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