Amine Ez Zaaraoui, meglio noto con il nome d’arte di Neima Ezza, ha “la personalità di chi assume un ruolo di comando nel gruppo criminale“, mentre Zaccaria Mouhib, anche lui 20 anni e molto noto nel mondo del rap giovanile come Baby Gang, ha un “profilo di pericolosità sociale” anche perché ha usato “un’arma” e “minacce gravi”. Così scrive il gip di Milano Manuela Scudieri nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due giovani rapper accusati di una serie di rapine nell’inchiesta dei carabinieri e del pm Leonardo Lesti, che oggi ha portato a tre arresti. I due sono stati fermati da polizia e carabinieri: Neima Ezza è al momento ai domiciliari, mentre Baby Gang è finito in carcere. Per il gip Mouhib, difeso dal legale Niccolò Vecchioni, e gli altri due avrebbero realizzato “rapine in gruppo facendosi forti della forza intimidatrice”, sono “soggetti” abituati a compiere “reati contro il patrimonio” e che hanno una “particolare spregiudicatezza sintomo di una concreta pericolosità sociale”.

Nelle 14 pagine del provvedimento del gip si legge anche che, ad esempio, in una delle quattro rapine al centro delle indagini, avvenuta il 23 maggio scorso, i due rapper avrebbero portato via a un ragazzo una collanina d’oro del valore di mille euro: Neima Ezza gli avrebbe dato uno “schiaffo” e gli avrebbe strappato la collana dal collo, dicendo alla vittima “non ti muovere, altrimenti finisce male”. Mentre in un altro ‘colpo’ del 12 luglio scorso Baby Gang ha portato via auricolari, contanti e le chiavi dell’auto e contro il malcapitato una persona non identificata, che era assieme al rapper, avrebbe anche puntato “una pistola”. Neima Ezza, scrive il gip, “formalmente incensurato”, ha avuto “un ruolo da protagonista” nella commissione di “due rapine”, mentre Baby Gang, come noto, ha una serie di “precedenti penali”, trascritti nelle oltre 300 pagine di atti in cui vengono riportate tutte le varie accuse a carico del 20enne. Nei mesi scorsi la Questura di Sondrio aveva già chiesto l’applicazione di una misura di ‘sorveglianza speciale’ nei suoi confronti per due anni.

Negli atti è scritto poi che Baby Gang è ‘un rapper’ molto ‘seguito dai giovani sui vari social network’ e ha ‘utilizzato la sua influenza per promuovere in zone aperte al pubblico delle riunioni non autorizzate che sono sfociate in scontri con le forze dell’ordine, creando in tal modo situazioni di serio pericolo per la sicurezza’. Ma non solo: il 10 aprile del 2021 a Milano, per ‘registrare un videoclip’ musicale con Neima Ezza, 20enne ora ai domiciliari, aveva radunato ‘circa 300 giovani’ nella zona di San Siro. E il tutto, poi, si era concluso con un lancio di oggetti contro le forze dell’ordine. Tra il 2020 e il 2021, il giovane era già stato deferito per i reati di diffamazione e violazione della proprietà intellettuale, istigazione a delinquere, porto abusivo di armi, vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle forze armate, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. E ha ricevuto fogli di via da Lecco, Milano, Cattolica, Misano Adriatico, Riccione, Rimini e Bellaria Igea Marina.

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