Air Italy e il principe Aga Khan tirano dritto. Nessuna apertura ad una proroga della cassa integrazione per gli oltre 1.300 dipendenti della compagnia, in liquidazione dello scorso febbraio. Dal 1 gennaio si troveranno senza occupazione e senza sostegno. Al vertice di oggi, convocato in videoconferenza da ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, i rappresentanti dell’azienda non si sono neppure presentati. Il tavolo di confronto resta comunque aperto su richiesta dei sindacati sino al 31 dicembre giorno di scadenza della Cig che l’azienda non ha chiesto di prorogare. Anzi poco prima del vertice gli stessi liquidatori hanno fatto sapere al ministero che nulla è cambiato rispetto all’ultimo incontro del 15 dicembre e che proprio per questo motivo non avevano ricevuto alcun mandato a presentarsi in videoconferenza.

“E’ oltraggioso che i dirigenti di Air Italy non si siano presentati all’incontro di oggi, convocato dal ministero del Lavoro alla presenza dei ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo economico e delle Regioni Sardegna e Lombardia”, affermano in una nota unitaria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo chiedendo che “il governo ora fermi l’invio delle lettere di licenziamento, mantenga il tavolo di confronto aperto e intraprenda ogni strada per scongiurare i licenziamenti dal primo gennaio”. Rincara la dose Marco Bardini, segretario generale di Anpav Sardegna: “L’assenza dei liquidatori di AirItaly all’incontro interministeriale di oggi con le Regioni Sardegna e Lombardia e i rappresentanti dei lavoratori è un gravissimo sgarbo istituzionale, senza precedenti in tempo di pace, da parte dei soci”.

Air Italy è posseduta al 49% da Qatar Airways (che non può salire sopra il 50% per non perdere lo status di vettore europeo), il rimanente 51% fa capo all’Alisarda dell’Aga Khan. Sarebbe in particolare quest’ultimo azionista a non voler sentire ragione e a voler sbrigare quanto prima le procedure di licenziamento collettivo. L’ultima flebile speranza resta appesa alla legge di bilancio ma nelle scorse settimane non era stato accolto per mancanza di fondi un emendamento che prolungava di un anno il sostegno ai lavoratori della compagnia. Dalla regione Sardegna è arrivata la notizia dell’attivazione del Feg, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che dispone per questa vertenza 4,5 milioni (3,8 milioni la quota Feg, 683mila euro quella della Regione) complementari all’ammortizzatore nazionale, qualsiasi esso sia, cassa integrazione se entro il 31 dicembre il governo riuscirà a strappare in extremis il risultato, oppure la Naspi (l’assegno di disoccupazione, ndr). Circa 600 dei 1.322 lavoratori di Air Italy risiedono in Sardegna.

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