Il gruppo Whirlpool ha iniziato l’invio delle lettere di licenziamento per i 340 dipendenti dello stabilimento di Napoli. I licenziamenti erano stati rimandati di alcune giorni ma ora la vicenda, da tempo oggetto di serrate trattative tra sindacati, governo e multinazionale statunitense, sembra essere giunta al suo epilogo. “Le comunichiamo il recesso della nostra Società del rapporto di lavoro con Lei intercorrente con effetto immediato al ricevimento della presente“, si legge nella missiva in cui viene aggiunto “Le precisiamo che restano confermate le offerte di un incentivo all’esodo pari a 85mila euro lordi, inclusivo al corrispettivo per le rinunce, in alternativa al Suo trasferimento presso l’unità produttiva di Cassinetta di Biandronno (VA)”. Alcune settimane fa i sindacati hanno presentato un ricorso contro la decisione dell’azienda di procedere ai licenziamenti. Il giudice si è riservato “per i prossimi giorni” una decisione in merito al processo.

“La tracotanza di Whirlpool non ha limiti. La multinazionale, contravvenendo agli impegni presi, ha inviato oggi pomeriggio le prime lettere di licenziamento alle lavoratrici e ai lavoratori dello stabilimento partenopeo di via Argine. Questo ennesimo atto di arroganza arriva proprio mentre aspettiamo la sentenza del Tribunale di Napoli che dovrà decidere sul ricorso presentato da Fim Fiom Uilm sulla condotta antisindacale della multinazionale americana. A dimostrazione del fatto che Whirlpool, oltre a fare carta straccia degli accordi sindacali siglati con il Governo, non rispetta neanche la magistratura italiana”. Lo dicono, in una nota congiunta, Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile elettrodomestico e Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli.

Ieri sera al termine dell’incontro presieduto dalla viceministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde i sindacati hanno diffuso una nota in cui hanno spiegato che “Il Ministero dello Sviluppo economico non è stato in grado di assicurare quella continuità occupazionale ai lavoratori della Whirlpool di Napoli che pure aveva a più riprese promesso”. Il governo, raccontano i sindacati, “si è inizialmente schermito dietro al fatto che Whirlpool avrebbe ritirato la disponibilità ad effettuare un trasferimento di azienda, ma poi è emerso che nemmeno da parte governativa c’è alcun progetto concreto che preveda di scongiurare i licenziamenti e di assicurare la continuità occupazionale. Anzi l’unico percorso prospettato da parte del ministero dello Sviluppo economico prevede che la riassunzione dei lavoratori, che nel frattempo evidentemente verrebbero licenziati, partirebbe dopo sei mesi dalla data di perfezionamento del piano di investimenti del consorzio, al momento previsto per il 15 dicembre”. Si tratta di un percorso, concludono i sindacati, “che evidentemente non scongiura i licenziamenti e tradisce le promesse fatte

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