Dopo l’omicidio di Paolo Salvaggio l’11 ottobre scorso, il sindaco di Buccinasco, Rino Pruiti, in un blog ha chiesto il supporto delle istituzioni per un territorio che ha subito la presenza di gruppi criminali. “Lo chiedevamo ieri e lo ripetiamo oggi. Non lasciateci soli, lo Stato potenzi i controlli, investa sulle forze dell’ordine per un presidio massiccio del territorio, tuteli gli enti locali e le comunità” ha scritto il primo cittadino che per il 28 ottobre ha organizzato un incontro anche con i sindaci della Città metropolitana di Milano programmato alla Cascina Robbiolo nell’ambito dalla rassegna “Buccinasco contro le mafie”. E la risposta – come riporta Repubblica – è arrivata eccome già alla Commissione comunale antimafia di giovedì sera. Presenti all’appello sindaci o presidenti delle locali commissioni da Corsico e Trezzano sul Naviglio, da Rozzano e Cesano Boscone, da Assago e Cusago e Arese.

Anche il primo cittadino di Milano Beppe Sala ha fatto sapere che il 28 ci sarà, e così Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco. Ma la partecipazione coinvolgerà anche territori più vicini a Buccinasco che si trova nell’area sud del Milanese. In totale sono 78 i municipi che hanno aderito. All’iniziativa si parlerà di “Come vota la ‘ndrangheta“, appuntamento organizzato con la Carovana Antimafia Milano Ovest, con il procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili.

Salvaggio, broker della droga con precedenti penali fin dal 1992 (già attivo nei quartieri di Chiesa Rossa e Gratosoglio), è stato ucciso mentre si trovava agli arresti domiciliari, da cui poteva uscire ogni giorno dalle 10 alle 12 grazie a un permesso. Mentre pedalava in bici, l’aggressore – a bordo di uno scooter T-Max, forse insieme a un’altra persona – lo ha colpito da distanza ravvicinata con tre spari, l’ultimo dei quali esploso mentre si trovava già a terra. Nel 2013, Salvaggio era stato citato nei verbali del pentito Franchino Petrelli (raccontati sul fattoquotidiano.it da Davide Milosa) che fotografavano il business della cocaina nel capoluogo lombardo. Cliente dei trafficanti montenegrini, teneva contatti con pezzi da novanta della ‘ndrangheta e della Sacra corona unita: da un lato la cosca Papalia di Buccinasco, dall’altro la famiglia Magrini di Baggio legata al superboss di Bari Savinuccio Parisi.

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