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Napoli, rubato l’impermeabile del commissario Ricciardi al Caffé Gambrinus: mistero sull’autore del furto

E chissà che nella seconda stagione di Ricciardi, de Giovanni e gli altri sceneggiatori non decidano di inserire anche una scena con il furto del trench del commissario: per scoprire chi è stato, gli basterà sperare negli indizi di una delle anime dei morti che abitualmente lo aiutano a risolvere anche i casi più complicati

di Francesco Canino

C’è un nuovo mistero che appassiona i fan de Il commissario Ricciardi: che fine ha fatto il trench beige che fino a pochi giorni fa stava appeso ad un attaccapanni in legno del centralissimo Caffè Gambrinus di Napoli? Sparito, svanito nel nulla all’improvviso, senza che nemmeno i titolari dello storico caffè si accorgessero del «fattaccio». «Siamo rimasti molto male. Il capo aveva un valore simbolico essendo una copia. Su chi può essere stato davvero non abbiamo idea, solo che ieri il locale era molto affollato anche da stranieri», ha spiegato al Corriere della Sera Antonio Sergio, proprietario del gran caffè di via Chiaia con il fratello Arturo e con Massimiliano Rosati.

L’impermeabile beige con l’interno a quadri, molto simile a quello indossato nella serie tv da Lino Guanciale, che incarna l’iconico personaggio nato dalla penna di Maurizio de Giovanni, era stato sistemato al Gambrinus lo scorso 13 luglio ed era un dono di Vincenzo Canzanella, che nella sua storica sartoria di a piazza Sant’Eligio custodisce circa 16mila capi, tra cui un’esatta copia del trench sfoggiato da Guanciale nella fiction di Rai1. Il capo era stato posizionato all’interno di una delle sale del locale, nell’angolo dedicato a Luigi Alfredo Ricciardi, che sia nei romanzi che nella trasposizione televisiva lì si concede una pausa caffè, fa il punto delle indagini con il fidato brigadiere Maione e tra una sfogliatella riccia e l’altra raccoglie indizi e testimonianze.

Il trech non ha evidentemente un valore economico ma puramente simbolico, come ha spiegato Massimiliano Rosati: «Ci teniamo a sottolineare che il locale è sicuro. Ci dispiace constatare furti del genere perché così si porta via un pezzo importante dell’immaginario collettivo. Spesso sottraggono tovagliolini per avere un ricordo del locale storico, in passato tazzine, ma davvero non ci aspettavamo un simile gesto». Chissà che il capo non venga presto restituito, oppure sostituito con un’altra copia esatta. E chissà che nella seconda stagione di Ricciardi, de Giovanni e gli altri sceneggiatori non decidano di inserire anche una scena con il furto del trench del commissario: per scoprire chi è stato, gli basterà sperare negli indizi di una delle anime dei morti che abitualmente lo aiutano a risolvere anche i casi più complicati.

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