Cultura

Prima di tutte le Prime. Al San Carlo Emma Dante “rivoluziona” la Bohème. Nel palco reale il ministro Franceschini

Presenti anche il sindaco Manfredi e il governatore De Luca. Alle 20 in punto si alza il sipario e comincia il viaggio nella emmadantitudine e nel suo senso di visione. La Bohème di Giacomo Puccini con la direzione di Juraj Valčuha è una favola d’amore, sospesa, come nel dipinto “La Promenade” di Chagall

di Januaria Piromallo

È la madre di tutte le prime: è la prima apertura di stagione in presenza dopo la pandemia a capienza massima. E’ la prima produzione sancarliana per il sovrintendente Stèphane Lissner (ex La Scala di Milano) dal suo insediamento. E’ la prima opera diretta da Emma Dante al Lirico napoletano. Il tenore americano Stèfan Costello che si è fratturato una spalla scivolano sul pavimento piovoso della Galleria Umberto, va in scena ugualmente, indossato un tutore. La regista lo guarda con tenerezza: “A teatro si gioca seriamente come sanno fare i bambini e poco importa se un soldatino ha un braccio rotto. Alle 20 in punto si alza il sipario e comincia il viaggio nella emmadantitudine e nel suo senso di visione. La Bohème di Giacomo Puccini con la direzione di Juraj Valčuha è una favola d’amore, sospesa, come nel dipinto “La Promenade” di Chagall, dove l’innamorato tiene per mano l’innamorata che vola in alto leggera.

E così Emma trasferisce subito la scena dalla soffitta ai tetti parigini. Fa freddo e i quattro amici bohémien, squattrinati e senza legna per alimentare il camino, sono costretti a scavalcare dalla finestra per cercare un po’ di calore vicino ai comignoli fumanti dei tetti. È lì, sulle terrazze dai muri screpolati, che i bohémien consumano le giornate, si scaldano, dipingono, scrivono, filosofeggiano…. all’aperto si incontra la gente: prostitute, trans, suore, giovani innamorati, vecchi ubriachi… all’aperto la vita è più animata, più mondana, ed è questo. Dalle finestre della mansarda i giovani bohemien porteranno fuori tavolini, sedie, materassi, forchette, fogli, colori, versi di poesie, per fare baldoria, per onorare la festa della vita, nonostante la miseria più nera.

Sui muri scorticati dei tetti, il pittore bohémien Marcello, che potremmo identificare con Henri de Toulouse-Lautrec, si diletterà a dipingere figure provocatorie.
Ma è anche una tragedia di malattia e di morte, un lungo calvario di povertà e di sogni infranti. “Il debutto di Emma Dante al San Carlo rappresenta un momento speciale – afferma il direttore generale Emmanuela Spedaliere– tengo molto a questa produzione perché segna una fase importante nella vita del nostro teatro, che per la prima volta accoglie una regia di Emma Dante, e perché il suo esordio nella regia lirica avvenne proprio con Lissner alla Scala di Milano il 7 dicembre 2009 con Carmen di Georges Bizet”. Le scene di questo nuovo allestimento sono di Carmine Maringola, architetto, attore, compagno di scena e di vita della Dantissima. Cinque in tutto le recite, in calendario fino al 19 ottobre, per questa nuova produzione.

Prima di tutte le Prime. Al San Carlo Emma Dante “rivoluziona” la Bohème. Nel palco reale il ministro Franceschini
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.