Doppia protesta degli attivisti di Greenpeace Italia questa mattina a Ravenna. I manifestanti sono entrati in azione sulla piattaforma Porto Corsini Mare Ovest per denunciare quello che definiscono “il “patto della finzione ecologica” che vincola il nostro Paese alle fonti fossili e alle inefficaci politiche del governo contro la crisi climatica, e finiscono per favorire solo aziende inquinanti come Eni”. Mentre gli attivisti con le maschere del premier Mario Draghi e del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani inscenavano la stipula del “patto” con il Cane a sei zampe simbolo di Eni, sulla trivella è stato esposto un grande striscione con il messaggio “Basta bugie di ENI, nascondere CO2 non salva il clima”. Il riferimento è al CCS, il controverso progetto di cattura e stoccaggio della CO2 che il colosso dell’energia vorrebbe realizzare proprio a Porto Corsini, finanziato con soldi pubblici. Intanto un altro gruppo di attiviste e attivisti hanno scritto “No CCS” sulle pareti della piattaforma di ENI.

In contemporanea, a pochi chilometri di distanza, un altro gruppo di attivisti e attiviste di Greenpeace ha bloccato simbolicamente uno degli ingressi del palasport di Ravenna, che in questi giorni ospita il Med Energy Conference Exhibition. Un appuntamento a cui prendono parte i rappresentati di alcune delle aziende più impattanti sul clima del pianeta (come ENI, Shell e Total), istituzioni locali, tra cui il sindaco di Ravenna, e i delegati dei governi di Libia, Egitto, Cipro, Italia.

Articolo Precedente

In 10 anni la superficie di boschi in Italia è aumentata di 587mila ettari: assorbirà quasi 300 milioni di tonnellate di anidride carbonica

next
Articolo Successivo

Nucleare, davvero diabolico che in Italia si torni a parlarne

next