La Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha firmato e trasmesso al Pakistan le due domande di estradizione per i genitori di Saman Abbas, indagati per l’omicidio della figlia e ricercati da Interpol a livello internazionale. Dopo aver ricevuto dagli uffici competenti la traduzione di tutti gli atti della pratica, la Ministra ha inoltrato la richiesta al Paese d’origine della famiglia della 18enne di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, di cui non si hanno più notizie dalla scorsa primavera. La notizia arriva a poche ore dall’arresto a Parigi dello zio di Saman, Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio della della ragazza e da mesi irreperibile.

L’uomo, indagato insieme ad altri quattro familiari per la sparizione della ragazza, secondo quanto riferito dai carabinieri della città emiliana nel corso di una conferenza stampa, sarebbe stato individuato grazie ad alcuni segni sul volto (tra cui un neo), alle impronte digitali e ad alcuni dati associati ai device, scoperti tramite i contatti sui diversi social. In base a quanto ricostruito, infatti, l’uomo non avrebbe mai “spento” i suoi profili che, esaminati e passati al setaccio, avrebbe ricondotto le autorità all’indirizzo ip, in Francia, e di conseguenza al luogo in cui si trovava e dove poi è stata fatta l’irruzione. Per lo zio di Abbas, che nel pomeriggio è rimasto al comando dell’autorità francese per la formalizzazione degli atti, è previsto un primo trasferimento in un carcere parigino e, in seguito, il suo arrivo in Italia. La localizzazione dell’uomo è avvenuta grazie agli indirizzi IP individuati con le informazioni ricevute dall’ufficio di collegamento della polizia italiana a Parigi e dal Servizio cooperazione internazionale di polizia. Hasnain utilizzava in Francia una falsa identità e per collegarsi con l’IP address individuato poi dagli inquirenti aveva utilizzato il computer di un altro dei presenti nella casa di Garges les Gonesse, nella periferia di Parigi, dove è stato fermato. Secondo quanto si apprende da fonti vicine agli inquirenti di Parigi, non ci sono elementi che consentono di sviluppare ulteriori indagini sul terzo ricercato nella vicenda di Saman, il cugino Nomanhulaq Nomanhulaq: quest’ultimo, secondo le fonti, “non dovrebbe trovarsi in Francia”.

Intanto, i militari di Reggio Emilia hanno fatto sapere che il piano delle ricerche della giovane è stato spostato, ribadendo però che l’attività non si è mai interrotta. Come confermato dai carabinieri, la Francia sarebbe stata collaborativa e solerte nel seguire il caso (visto anche che gli accertamenti nei confronti dello zio non si sarebbero mai interrotti dal momento del fermo del cugino della 18enne, individuato mentre cercava di raggiungere la Spagna in autobus). Dopo la sparizione della giovane, le forze dell’ordine, supportate da strumentazioni di precisione e coadiuvate anche da unità cinofile e gruppi di volontari venuti da altri Paesi, avevano cercato incessantemente il suo corpo nelle serre vicine alla sua abitazione, attaccata all’azienda agricola Le Valli (dove il padre lavorava da tempo). Ma tra i campi assolati di Novellara, di Saman non è stata trovato nulla. Nemmeno una traccia.

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