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Max Leitner, arrestato il “re delle evasioni”: era riuscito a scappare di prigione cinque volte

Il 62enne altoatesino, famoso per essere le sue fughe rocambolesche, è stato catturato nella notte dalla polizia. Dagli anni Ottanta a oggi ha compiuto varie rapine a banche e furgoni, valse condanne a 28 anni di reclusione, ed è stato ospite di duecento penitenziari. Nel 2019 ha raccontato la propria storia in un libro autobiografico
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Era riuscito a scappare di prigione per ben cinque volte, da oggi tornerà dietro le sbarre. È stato arrestato a Bolzano Max Leitner, l’altoatesino che grazie alle sue fughe rocambolesche si è guadagnato presso le cronache nazionali il soprannome di “re delle evasioni“. Come riferisce Rai Alto Adige, l’uomo è stato fermato insieme a una seconda persona dopo una sparatoria nei pressi di un locale notturno: nell’auto in cui si trovava la polizia ha trovato anche armi. Nel passato di Leitner, 63 anni, ci sono una lunga serie di rapine a banche e furgoni portavalori – “Non posso dire quante”, dichiarò in un’intervista – iniziate negli anni Ottanta, cui hanno fatto seguito condanne complessive per 28 anni di carcere: circa duecento i penitenziari di cui è stato ospite in Italia e all’estero. Nel corso degli assalti, però, nemmeno un colpo è stato sparato e nessuno è mai stato ucciso o ferito. Il tutto lo ha raccontato lui stesso in un libro autobiografico pubblicato nel 2019.

Nel 2011, dopo essere scappato per la quinta volta dal carcere di Asti – dove doveva scontare il resto della sua pena detentiva fino al 2019 – il rapinatore era stato bloccato dai militari del comando provinciale dei carabinieri di Bolzano in una villetta di Vandoies, in Val Pusteria. Ad averli condotti sulle sue tracce anche elementi emersi da un filmato postato su YouTube nel quale l’uomo aveva tra l’altro chiesto la grazia al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Egregio dottor Giorgio Napolitano, Capo dello Stato, sono Max Leitner, una povera vittima di persecuzione. Le chiedo gentilmente di provvedere se potrò ottenere la grazia per poter vivere una vita normale e leale”, scriveva il pluripregiudicato, spiegando di essere gravemente ammalato e definendosi ”la più povera vittima di ingiustizia di tutti i tempi”.

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