Un appello contro mafie, criminalità e corruzione rivolto a tutti i candidati alle elezioni comunali di Roma. È quello rivolto dalle associazioni antimafie daSud e Avviso Pubblico. Si chiama “Roma senza mafie” ed è il primo protocollo comunale per favorire l’impegno della futura amministrazione capitolina nel prevenire e contrastare la presenza e il radicamento delle organizzazioni mafiose in città. L’appuntamento per la firma è il 25 settembre, ore 12, negli spazi AP- Amministrazione Popolare dell’antimafia e dei diritti di Cinecittà – Don Bosco. L’invito è rivolto a tutte le liste che si presenteranno alle amministrative del 3 e 4 ottobre. “Ci auguriamo che tutti i candidati apprezzino l’iniziativa e manifestino la volontà di aderire, discutere e sottoscrivere il documento”. fanno sapere gli organizzatori.

Alle prossime elezioni “si giocherà una partita molto importante per il futuro di Roma”. Tra le sfide più difficili e – allo stesso tempo – più urgenti quella contro la mafia. Appalti truccati, tangenti, cambi di proprietà sempre più frequenti – con quasi 1.300 attività cedute – centinaia di società a rischio usura e riciclaggio, omicidi, gambizzazioni, estorsioni. Sono questi i subdoli mezzi della criminalità organizzata della Capitale, un argomento che dovrebbe avere più spazio nel dibattiti pubblico e nei programmi degli aspiranti sindaci. Non bastano i più di 200 immobili sequestrati in favore della legalità, serve un’azione di contrasto più incisiva, soprattutto in un contesto dove le disuguaglianze sociali preesistenti sono state acuite dalla pandemia. Per questo motivo le principali associazioni antimafia della città hanno deciso di coinvolgere la politica nella loro lotta: dieci i punti individuati nel protocollo “Roma senza mafie”, in base alle macro aree considerate strategiche per il futuro della Capitale.

Non si tratta solo di promesse simboliche: firmando il documento i candidati al Campidoglio dovranno prendere un impegno concreto e verificabile. I promotori chiedono l’obbligo di istituire una commissione comunale antimafia permanente con compiti di inchiesta e vigilanza e un comitato sulla legalità con funzioni consultive e propositive. Il suo compito dovrà essere quello di co-progettare una strategia di prevenzione e contrasto ai fenomeni criminali. Oltre a favorire il dialogo tra istituzioni, enti e associazioni. Intimano poi l’applicazione immediata della delibera comunale del 2018 sul regolamento dei beni confiscati, la verifica della Prefettura per tutti gli appalti e subappalti – anche inferiori alla soglia attualmente prevista dal codice -, l’istituzione di un ufficio antiriciclaggio, l’utilizzo dei “Patti di integrità” in materia di contratti pubblici, la mappatura dei luoghi del gioco d’azzardo e la presentazione di un piano con finanziamenti ad hoc per il contrasto della dispersione scolastica.

“Roma Senza Mafie” è il primo documento nel suo genere a Roma, e il secondo a parlare di criminalità organizzata dopo “Municipi senza mafie”– la carta d’intenti promossa a livello municipale nel 2013. Come quest’ultimo, anche il nuovo protocollo vorrebbe favorire la collaborazione tra le istituzioni locali e nazionali e le realtà sociali e territoriali, per prevenire e contrastare il radicamento mafioso. Con la firma, i candidati si impegneranno formalmente a realizzare almeno tre dei punti del protocollo nei primi cento giorni dall’inizio del mandato, per lanciare segnalare il cambio di passo della nuova amministrazione. L’impegno proseguirà poi con l’approvazione di ulteriori quattro punti entro un anno e progressivamente di tutti gli altri. daSud e Avviso Pubblico provvederanno poi alla verifica.

Il 25 settembre – giorno della sottoscrizione – si aprirà poi la settima edizione di Restart, “Il tempo di maleducare”, il tradizionale festival della creatività antimafia e dei diritti, ospitato fino al 2 ottobre sempre negli spazi di ÀP, nella periferia Est di Roma e a cura dei promotori della petizione.

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