“Di fronte alla morte non c’è prescrizione, se sei colpevole bisogna che paghi. Bisogna arrivare a dire al papà e alla mamma perché Martina non c’è più e perché loro ci sono.”. Lo ha detto Bruno Rossi, il padre di Martina, la studentessa di Genova morta nel 2011 alle Baleari mentre cercava di scavalcare un balcone per mettersi in salvo da quello che per l’accusa era un presunto tentativo di stupro, nel giorno della pronuncia della Cassazione sul caso. “Mi aspetto giustizia, ma stavolta davvero. Con gli approfondimenti non ci può essere altro. Come fa a prescriversi una morte?” ha aggiunto Franca Murialdo, la madre di Martina. I genitori di Martina oggi sono presenti in Cassazione dove i supremi giudici sono chiamati a esprimersi sulla condanna a 3 anni per tentata violenza sessuale decisa nell’appello bis a Firenze lo scorso 28 aprile nei confronti dei due imputati, Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni. L’altro reato di cui erano accusati, morte in conseguenza di altro reato, si è infatti prescritto

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Martina Rossi, la Cassazione rinvia al 7 ottobre l’udienza. Prescrizione dell’ultimo reato rimasto maturerà il 16 ottobre

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