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Francesco De Gregori difende Salmo: “Gli sono grato. La nostra dignità professionale è mortificata”

Difesa d'ufficio a sorpresa da parte del cantautore romano: "Perché in uno stadio in 15mila sì e per un concerto limite di 1000 persone? Ancora una volta chi è chiamato a decidere non ha nessun rispetto e nessuna attenzione per la musica 'leggera' e per il nostro pubblico". Il rapper sardo, protagonista del concerto con assembramenti di Olbia, continua a provocare: "Quali sarebbero le regole previste per un concerto all'aperto, senza recinzioni, senza ingresso, senza biglietti, accessibile a tutti, vicino al centro e in una zona turistica?"

di F. Q.

“Su Salmo dobbiamo riflettere e non semplicemente condannare la sua trasgressione alle regole”: inizia così il lungo post di Francesco De Gregori pubblicato ieri 15 agosto su Instagram. Il cantautore romano ha voluto così dire la sua riguardo al concerto (con maxi assembramento) che il rapper sardo ha tenuto ad Olbia il 13 agosto. “Io gli sono comunque grato per aver richiamato l’attenzione sul fatto che per una partita di calcio si possa stare in 15.000 in uno stadio mentre per i concerti all’aperto c’è un limite di 1000 persone sedute e distanziate”, ha scritto De Gregori. E ancora: “A che serve allora il Green Pass? Tutte le polemiche e tutta la fatica per ottenerlo? Questa limitazione è profondamente ingiusta e mortifica la nostra dignità professionale”. Infine ha concluso: “Dimostra purtroppo ancora una volta che chi è chiamato a decidere non ha nessun rispetto e nessuna attenzione per la musica ‘leggera’ e per il nostro pubblico”.

Mentre la questura di Sassari sta portando avanti le sue verifiche, come spiegato al FqMagazine, Salmo ha proseguito nella sua difesa (che in un caso si è trasformato anche in un attacco contro Fedez) con tanto di ricostruzione dell’organizzazione del concerto che può diventare materiale per le indagini della polizia: “Tre giorni prima del live ho fatto piazzare un piccolo palco sotto alla ruota panoramica, nel centro di Olbia. I primi due giorni dovevano esibirsi diversi artisti locali, il terzo giorno toccava a me. Tutto è stato organizzato sotto falso nome, infatti nella locandina c’era scritto Dj Trip e non Salmo”. Poi ha aggiunto: “Gli organizzatori, quelli del Comune, non avevano la minima idea di chi fosse Dj Trip e non sapevano di trovarsi davanti 3-4 mila persone. Ho comunicato orario e posto con passaparola, ecco come ho organizzato tutto. Non era molto difficile”.

E ancora: “Sapevo benissimo di andare incontro ad una marea di mer*a ma non me ne fregava un caz*o. Ora.. che io abbia fatto una caz*ata, è discutibile. Il live è stato fatto sotto a una ruota panoramica, a 10 metri dal Corso dove, visto che è una meta turistica, ci saranno 10mila persone ammassate, senza mascherina anche perché l’obbligo in pubblico non c’è più”. Infine ha concluso: “Se io fossi andato al Corso e mi fossi affacciato dal balcone sarebbe stato uguale. Quindi quali sono le regole che ho infranto? Quali sarebbero le regole previste per un concerto all’aperto, senza recinzioni, senza ingresso, senza biglietti, accessibile a tutti, vicino al centro e in una zona turistica?“. Salmo forse voleva porre una domanda solo retorica, evidentemente, perché come tutti sanno da quando l’Italia è in zona bianca (fine giugno) l’obbligo di mascherina all’aperto non c’è più, ma è rimasta la regola di indossarla quando ci sono assembramenti che non permettano di rispettare il metro di distanza, come per esempio nei mercati, alle fiere, nelle code. E questo vale, in teoria, anche per una situazione come quella di Olbia.

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