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I boschi sulle Ande, casa di centinaia di specie - 8/9

La crisi climatica, come ribadito al G20 di Napoli, va affrontata di pari passo con la tutela della biodiversità. Stati o grandi organizzazioni hanno avviato progetti per salvare gli animali a rischio estinzione, ma nel frattempo in tutto il mondo associazioni, comunità e piccoli gruppi si danno da fare per creare habitat sicuri. Dalle signore del Kenya (e degli elefanti) al santuario di un fumettista neozelandese, dalla tribù dei Soliga ai boschi sulle Ande: ilfattoquotidiano.it racconta le storie di conservazione, di chi agisce qui e ora
I boschi sulle Ande, casa di centinaia di specie - 8/9
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I boschi sulle Ande, casa di centinaia di specie

Negli anni in cui Salgado piantava la sua foresta e l’attenzione del mondo era già concentrata sugli incendi in Brasile e Bassa Amazzonia, Adrian Forsyth ed Enrique Ortiz fondarono Amazon Conservation che, lavorando con l’Asociación para la Conservación de la Cuenca Amazónica, negli ultimi 20 anni ha protetto 8,15 milioni di acri di foresta tra Perù e Bolivia, permettendo agli indigeni di sviluppare mezzi di sussistenza rispettosi delle foreste. Oggi Ortiz lavora all’Andes Amazon Fund, che ha contribuito a creare 79 aree protette e ottenere il titolo di 18 territori indigeni. Proprio queste comunità, come racconta anche Franzen, stanno riforestando le pendici delle Ande. Sugli altopiani ad est di Cuzco, casa di centinaia di specie di uccelli diversi, si aiutano le comunità locali a piantare e raccogliere il tarwi, antico legume che migliora la fertilità del suolo. Con il sostegno del progetto Acción Andina, promosso dalla Global Forest Generation, le comunità stanno riforestando con le antiche tradizioni Incas, seguendo le orme dell’associazione peruviana Ecoan che in 20 anni ha piantato 3 milioni di alberi. Questo significa salvare animali come i Cinclodes reali e il Puffleg petto nero, specie in pericolo di estinzione e il condor andino, uno degli uccelli più longevi al mondo.

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