I cittadini del Regno Unito stavano aspettando questo giorno da mesi: lunedì 19 luglio, il “Freedom day” che sancisce la revoca di tutte le misure di sicurezza introdotte per fronteggiare la pandemia da Covid. La data è stata accolta in modo contrastante tra i cittadini d’Oltremanica: c’è stato chi ha festeggiato allo scoccare della mezzanotte stipato nei club con altre centinaia di persone, mentre altri, invece, hanno preferito mantenersi cauti e timorosi uscendo di casa stamattina con la mascherina ed evitando assembramenti per le strade e sui mezzi pubblici. Diversi anche i regolamenti all’interno dei vari locali di ristorazione, con alcuni luoghi a ingresso libero e altri che chiedono ancora accorgimenti e prudenza.

In tutto questo, il primo ministro Boris Johnson è in isolamento perché entrato in contatto con un suo ministro risultato positivo al Covid. Se ci si aggiunge anche il preoccupante incremento giornaliero di nuovi casi (superati i 50mila giornalieri) e l’app del sistema sanitario nazionale (NHS) per il contact-tracing travolta da una bufera a causa dei suoi malfunzionamenti, il giorno della libertà ritrovata si è rivelato la prova definitiva di tutte le tensioni che attraversano il Regno Unito dall’inizio della pandemia.

Ma c’è chi rimane con la mascherina – Un Paese spaccato in due, di nuovo. Dopo la Brexit, gli abitanti del Regno Unito si ritrovano divisi davanti al giorno della fine delle restrizioni. Secondo un sondaggio riportato dal The Guardian qualche giorno fa, un cittadino britannico su due si diceva contrario al “Freedom day” e lo voleva rimandato a data da destinarsi. In prima fila i ricercatori, che su Lancet avevano pubblicato una lettera aperta a Boris Johnson chiedendo di fare marcia indietro. All’interno dell’altra metà favorevole alle riaperture, però, c’era proprio il governo britannico che ha deciso di rimanere sulla linea del ritorno alla normalità, confidando nel successo di una campagna vaccinale che al momento conta il 90% delle persone adulte con almeno una dose. Tra gli argomenti a favore del “Freedom day” c’era anche la ripartenza a pieno regime degli esercizi commerciali, soprattutto ristoranti, bar, cinema e trasporti.

Mentre centinaia di persone hanno festeggiato nella notte, riempiendo pub e locali come succedeva ai tempi prima del Covid, c’è chi sui social network non ha nascosto la sua contrarietà. “C’è un volo che mi porti via da questa Isola della Pandemia?”, scrive un utente, mentre altri lanciano il trend #WearAMask, non abbandonando le abitudini dei mesi scorsi e, anzi, ribadendo che la mascherina può essere ancora utile per limitare il contagio e sentirsi più sicuri. Intanto, alcuni locali si limitano a fare appello al buon senso dei clienti, mentre altri hanno deciso di mantenere alcune regole di sempre: dispositivi sanitari consigliati, distanziamento e ingressi tracciati. E alcuni giornali hanno scritto la lista delle stazioni ferroviarie in cui la mascherina rimane obbligatoria. Se da una parte la ritrovata libertà è riconosciuta come un’ottima cosa dalle imprese, dall’altra per molte di loro rimane importante assicurare in ogni modo la sicurezza e serenità di clienti e lavoratori.

La “pingdemia” – Mentre il Paese si comincia ad adattare al nuovo status quo, Boris Johnson – vaccinato con entrambe le dosi – è attualmente in isolamento per essere entrato in contatto con il ministro della Salute britannico, riscontrato positivo al Covid. La notifica della possibile infezione gli è giunta dall’app di tracciamento del NHS, lanciata a maggio 2020. Ed è proprio intorno al sistema di contact tracing che nelle settimane scorse si è scatenato il caos: nei primi mesi di luglio, infatti, più di 400mila persone solo in Inghilterra hanno ricevuto dall’app il messaggio di avvertimento, consigliando l’isolamento per una decina di giorni. Il numero più alto di sempre. Dagli accertamenti successivi, spiega il Telegraph, è stato scoperto che molte delle notifiche sono arrivate nonostante le persone non siano mai venute a stretto contatto, come nel caso di due vicini di casa ad Alton, Hampshire: è l’eccessiva sensibilità del tracciamento, che utilizza la potenza del bluetooth degli smartphone, a essere il problema e a creare allarmi nonostante il distanziamento.

Quella che Oltremanica è stata definita una “pingdemia” (da “ping”, notifica) può gettare il Paese nel caos, perché mina l’affidabilità del dispositivo su cui il Regno Unito, insieme alla vaccinazione, fa affidamento per un ritorno sereno e duraturo alla normalità. I primi disastrosi effetti di questo fenomeno sono già stati osservati nei giorni scorsi, con centinaia di prenotazioni di treni e aerei cancellate a causa della notificazione di massa e l’intero settore in tilt. E mentre il governo discute sulla possibilità di modificare la sensibilità del tracciamento per evitare falsi riscontri (sconsigliando comunque ai cittadini di disinstallare l’app), nel Regno Unito rimane l’incognita della variante Delta, che continua ad alzare vertiginosamente il conteggio giornaliero di nuovi casi da Covid: gli esperti parlano già di 100mila probabili nuovi contagiati giornalieri dopo l’allentamento delle restrizioni. Una libertà ritrovata, ma in modo burrascoso, che fa puntare gli occhi del mondo intero sul Regno Unito, aspettando di scoprire l’impatto del “Freedom day” nelle prossime settimane.

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