“I licenziamenti alla Gianetti e Gkn? Sono vicende che non dipendono dallo sblocco dei licenziamenti, anche se la permanenza della ‘cassa-Covid’ avrebbe potuto disincentivare l’utilizzo alcune di queste strade”. A dirlo è il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a margine della festa del Pd a Roma. “Non si possono fermare i licenziamenti con un decreto per cessata attività – ha spiegato il ministro – semmai il tema è come contrastare e disincentivare le delocalizzazioni e puntare su nuove politiche industriali, magari con l’intervento di soggetti pubblici“. Orlando, inoltre, ha annunciato un tavolo al ministero per affrontare quanto sta avvenendo alla Gkn di Campi Bisenzio: “Qui dobbiamo lavorare per far cambiare orientamento alle proprietà di natura sovranazionale e lavorare per limitare l’impatto dei cambiamenti nella filiera dell’automotive”.

Sullo sblocco dei licenziamenti, e sulle stime che parlano di un numero tra 70mila e 150mila licenziamenti, è stato netto: “Il rischio c’è, tanto che io avevo proposto di prolungare il blocco, ma non sono in grado ora di avanzare stime. In più – ha fatto notare – non esiste una norma che può impedire i licenziamenti per fine attività”. Ai dubbi e le critiche su ‘l’avviso comune’, ovvero la raccomandazione alle aziende, firmata da governo, sindacati e imprese, di utilizzare gli ammortizzatori sociali, prima di licenziare, Orlando ha replicato: “Non possiamo pensare di poter impedire i licenziati con un blocco eterno, certo la posizione di Confindustria è nota e non ha aiutato a generare un clima positivo”.

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