Voleva utilizzare il proprio drone per fare foto e video spettacolari al centro di Milano. Ma dopo pochi secondi di volo sono intervenuti i vigili urbani a ordinargli di fare atterrare il mezzo, staccandogli un verbale di 33mila euro e denunciandolo per violazione del codice della navigazione. A farla grossa un turista messicano di 41 anni, a spasso per piazza Duomo il 6 luglio scorso poche ore prima l’inizio della partita dell’Italia.
Per la legge italiana il drone è assimilato a un aeromobile: pertanto, non può prendere il volo se il suo “pilota” non dispone delle autorizzazioni necessarie. Questo vale anche per i mezzi più piccoli, come quello del turista multato, un piccolo Mavic Air 2 di appena mezzo chilo che l’uomo aveva fatto planare dal sagrato al Duomo, passando sopra la fila di persone che aspettavano di poter entrare ad ammirare la chiesa.
Il drone è stato sequestrato dai vigili. Ma poteva anche andare peggio: l’articolo 1231 del codice della navigazione prevede infatti la reclusione fino a 3 mesi per “inosservanza di norme sulla sicurezza della navigazione”. Nel verbale i vigili fanno riferimento anche al fatto che piazza Duomo di Milano è considerata “zona rossa” per i droni in volo. Si tratta del terzo sequestro dall’inizio dell’anno: l’ultimo era toccato a una turista americana, anche per lei denuncia e multa da 30mila euro.
Pur riconoscendo l’irregolarità del gesto del turista, l’avvocato Andrea Loi che ne segue il caso è convinto che la sanzione sia “sproporzionata” perché si riferisce a “un piccolo drone di circa 500 grammi utilizzato come mezzo di ripresa amatoriale”. Inoltre, per Loi i piloti di droni, soprattutto se turisti, non sono adeguatamente avvertiti delle regole di volo che vigono in italia: “Sarebbe opportuna un’adeguata campagna di informazione anche con l’apposizione di cartelli multilingua”, è il suo auspicio.