Rimane ampia la spaccatura tra la Commissione e il Parlamento Ue sulla possibilità di revocare i brevetti sui vaccini contro il coronavirus. La Plenaria di Strasburgo ha prima approvato, con un solo voto di scarto, l’emendamento che ne chiedeva la sospensione temporanea, mentre in mattinata ha votato sì alla risoluzione che chiede una deroga temporanea all’accordo Trips dell’Organizzazione mondiale del Commercio, al fine di migliorare l’accesso globale a medicinali per combattere il Covid-19 a costi abbordabili. Nonostante il pronunciamento dell’organo rappresentativo dell’Ue, però, da Palazzo Berlaymont arriva l’ennesima frenata: “Prendiamo nota della risoluzione del Parlamento europeo e la stiamo analizzando. Come detto varie volte, siamo aperti a discutere qualsiasi opzione che possa estendere la produzione di vaccini. Non siamo convinti che la revoca sia la risposta immediata migliore”, ha dichiarato un portavoce dell’esecutivo europeo.

“La settimana scorsa abbiamo presentato due proposte al Wto con cui offriamo diverse opzioni”, ha infatti aggiunto spiegando gli obiettivi della Commissione: “Chiediamo che le linee di approvvigionamento restino aperte. L’Ue ha esportato metà della sua produzione di vaccini. Siamo già intorno a 300 milioni di dosi, perciò si tratta di un contributo sostanziale. Chiediamo anche che la produzione sia estesa. Ad esempio su questo l’Ue si è impegnata per 1 miliardo di finanziamenti per gli hub che producano vaccini“. Questione di pochi mesi, come dimostra il caso di un impianto tedesco utilizzato da BioNtech. C’è poi un terzo elemento che, dicono, punta a “chiarire e facilitare l’utilizzo della flessibilità degli accordi Trip. Abbiamo fatto proposte concrete in questo senso. Ieri c’è stata una discussione al Consiglio del Trip dove questo punto è stato affrontato e c’è stato un accordo dei membri a negoziare sulla base delle proposte esistenti”.

Sulla possibilità di una revoca dei brevetti si era espressa ieri anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, frenando sulla richiesta del Parlamento: “Credo che la proprietà intellettuale debba essere protetta”, ha detto sottolineando che Bruxelles “è pronta a discutere” la proposta degli Usa, ma precisando che al Wto “servono delle regole chiare”. Questo nonostante un recente ed autorevole studio apparso su Public Citizen ha mostrato come, avendo a disposizione licenze per farmaci e tecnologie, i tempi per la conversione di linee produttive, mettendole in grado di realizzare vaccini con tecnologie mRna, possano essere piuttosto veloci.

E anche il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, intervenuto oggi nel corso della conferenza stampa congiunta con la collega di Palazzo Berlaymont in vista del G7 in Cornovaglia, ha sposato le posizioni di von der Leyen: “Tutti devono essere vaccinati al più presto. L’Ue è in prima linea perché questo avvenga e ha esportato 270milioni di dosi di vaccini, ne donerà in tutto 100 milioni per fine anno e investirà 1 miliardo di euro per rafforzare la produzione in Africa. Sulla proprietà intellettuale, gli accordi Trip contengono la flessibilità necessaria e dobbiamo guardare concrete proposte”, ha concluso riferendosi al trasferimento volontario delle licenze.

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