Arrivano messaggi rassicuranti da parte della Protezione civile sull’ipotesi di una caduta del lanciatore spaziale cinese “Lunga marcia 5B” il cui rientro nell’atmosfera è previsto per questa notte. “Resta remota”, spiega infatti il Dipartimento, la probabilità che uno o più frammenti possano cadere sull’Italia, anche se il tavolo tecnico continuerà a seguire l’evolversi della situazione attraverso i dati disponibili fino all’avvenuto impatto al suolo.

Al momento, le tre traiettorie che potrebbero interessare alcuni settori di nove regioni centro-meridionali italiane si collocano tra le 1 di notte e le 7.30 del mattino. Un calcolo effettuato sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (Asi) durante il nuovo incontro del tavolo tecnico che si è aggiornato nel pomeriggio di oggi presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile. Al tavolo hanno partecipato anche rappresentanti delle Regioni potenzialmente interessate, per la condivisione di analisi e aggiornamenti sull’evoluzione delle operazioni con i territori e con le strutture operative del Servizio nazionale della Protezione civile.

L’attenzione è d’obbligo perché, con le sue circa 20 tonnellate, il secondo stadio del razzo cinese è uno dei più grandi detriti spaziali a cadere in modo incontrollato sulla Terra negli ultimi anni. La stazione spaziale cinese che nel 2018 aveva tenuto tutto il mondo col fiato sospeso ne pesava otto. Oggi come allora l’incertezza su quando e dove potrà avvenire il rientro nell’atmosfera è grande, ma al momento le stime delle organizzazioni internazionali che stanno seguendo il detrito spaziale indicano poco probabile che la caduta possa avvenire su un centro abitato. In Europa la sorveglianza è affidata al consorzio per la sorveglianza spaziale Eusst (EU Space Surveillance and Tracking), del quale fa parte l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e al quale l’Italia partecipa con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Isoc Italian Space Surveillance and Tracking Operation Center dell’Aeronautica Militare a Pratica di Mare.

I radar europei per la sorveglianza spaziale e il tracciamento indicano che lo stadio del lanciatore scende mentre ruota velocemente su se stesso, con un’inclinazione tale che l’Eusst stima che il rientro possa avvenire entro la latitudine compresa fra 41,48 gradi Nord e 41,48 gradi Sud: un’area vasta, ma nella quale “la maggior parte della superficie terrestre è coperta dall’oceano o da aree disabitate, quindi la probabilità statistica di un impatto sul suolo nelle aree popolate è bassa”.

Articolo Precedente

Treviso, pilota di deltaplano cade nel vuoto subito dopo il decollo e muore: non si era assicurato al mezzo

next
Articolo Successivo

La nuova metro M4 di Milano abbellita con opere d’arte contemporanee, ma devono essere realizzate gratis e senza rimborso delle spese

next