Le donne lo sanno (ma mica tutte)

Per una ragione che nessuno ha capito, Amadeus (scusate, Lucio Presta) ha voluto sul palco dell’Ariston Barbara Palombelli per la sera del venerdì (due giorni prima era andata in onda su Rete4 contro il Festival: non c’è più la Rai di una volta). La giornalista Mediaset ha proposto un’imperdibile agiografia in musica. “Amava i Beatles e i Rolling Stones”, guardava Sanremo con il padre che la voleva come Gigliola Cinquetti. Pillole di femminismo in mezzo a una biografia romanzata e compiaciuta. “Negli anni ’70 dovemmo lottare per i diritti, voi li avete trovati già fatti, sta a voi difenderli con il sorriso determinato che sapete di avere. La chiave del nostro futuro è ribellarci sempre, tanto ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene come non va bene Liliana Segre, senatrice a vita che a 90 anni non può vaccinarsi senza scatenare odi micidiali”. Poi è arrivato il Corriere, poi Repubblica, la tv, Roma d’agosto, la politica. Sfugge il nesso tra gli odiatori della Segre, i vaccini e il femminismo. La battuta che riassume il senso del curriculum in musica, l’ha fatta Silvia Nucini su Twitter: “Tra poco racconta di quando ha declinato l’offerta della direzione del NY Times”.

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Sanremo 2021, le pagelle di Silvia Truzzi: per Giovanna Botteri nemmeno metà del tempo dato alla Palombelli. Ibra “inno” volgare al macho machissimo

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