Dopo il funerale di Stato a Roma giovedì, oggi Limbiate dà l’ultimo saluto a Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo. “Troppo breve è stata la tua vita eppure si può offrire il bene più prezioso senza che il tempo lo consumi” ha detto nell’omelia monsignor Mario Delpini, vescovo di Milano, che appena arrivato è andato a porgere le condoglianze alla famiglia in prima fila. Il campo sportivo si è riempito rapidamente e per consentire a tutti di partecipare, la messa è stata trasmesse in diretta streaming dal sito del Comune.

Alla cerimonia presenti il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, una cinquantina di sindaci della zona con la fascia tricolore. Il feretro, avvolto nella bandiera italiana, è stato accolto nel campo sportivo dal coro dei ragazzi dell’oratorio. “Il Signore dirà: da dove vieni, Luca, fratello? E Luca risponderà: vengo da una terra dove si muore e non importa a nessuno, dove si può far soffrire senza motivo e senza chiedere scusa. Il Signore forse dirà: Luca, scriverò il tuo nome nel libro della vita. Io ti benedico, Luca, per ogni bicchiere d’acqua e pane condiviso” ha detto Delpini.

“Le parole più difficili da trovare sono quelle per la moglie e le figlie “e credo che la parola più significativa è quell’oasi di celebrare la messa e chiedere al Signore di consolare i vivi e accogliere nella sua gloria colui che è andato via così. L’ho conosciuto solo fugacemente quando è venuto a trovarmi prima del mio viaggio in Congo – ha ricordato l’arcivescovo – ma soprattutto ho avuto la testimonianza dei nostri missionari, della gente che ho visto in Congo che sentivano in lui un alleato per tutte le opere di solidarietà di promozione umana che caratterizzano in generale la presenza delle nostre comunità cristiane”.

Sentiamo oggi tutta l’ingiustizia di una morte causata a una persona giusta. La tua vita ti ha fatto incontrare tutti e con tutti hai voluto condividere la letizia” ha detto Antonio Romeo, sindaco di Limbiate.

“Luca è stato tradito nel senso che chi ha organizzato sapeva che la sicurezza non era nella misura adeguata per proteggere lui e le persone con lui. Il Pam (Programma alimentare mondiale, ndr) non ha organizzato la protezione in modo opportuno. Non hanno fatto – ha detto in una intervista al Corriere della Sera Zakia Seddiki, moglie di Attanasio – quello che va fatto per una zona a rischio. Sicuramente dentro il Pam qualcuno sapeva che la scorta non era efficace. “Luca era una persona semplice, che ama il prossimo. Motivato. Voleva fare tante cose. E col cuore generoso e grande. Penso che nessuna parola può definire Luca. È unico”.

Intanto proseguono le indagini e la testimonianza di Fidele Nzabandora, un funzionario del Wfp (Programma mondiale alimentare) che faceva parte del convoglio Onu a Repubblcia conferma che il militare dell’Arma, ha fatto da scudo ad Attanasio nel tentativo di salvargli la vita. “Mentre ci stavano spingendo dentro la boscaglia, si sono sentiti gli spari dei ranger. È stato un attimo. Ho visto Iacovacci spingere Attanasio a terra in posizione prona, per fargli da scudo. In quel momento i killer hanno sparato a tutti e due freddando Iacovacci”.

Articolo Precedente

Covid, l’analisi settimanale di Rezza: “Aumentano focolai scolastici, ma diminuiscono casi nelle Rsa. Vaccinazione dà primi effetti positivi”

next
Articolo Successivo

Funerali Attanasio a Limbiate, alla cerimonia riascoltata la voce dell’ambasciatore ucciso in Congo

next