“L’unica risposta che mi sono data e che posso dare è che qualcuno che conosceva i suoi spostamenti abbia parlato, lo abbia venduto e tradito“. Sono queste le prime parole pubbliche pronunciate da Zakia Seddiki, moglie dell’Ambasciatore italiano in Repubblica democratica del Congo, Luca Attanasio, ucciso durante quello che si ritiene sia stato un tentativo di sequestro a sud di Goma, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista del convoglio del World Food Programme col quale stavano viaggiando, Mustapha Milambo. La donna, nel giorno dei funerali di Stato per le due vittime italiane dell’agguato, ha parlato al Messaggero ricordando la giornata dell’uccisione, lei che è stata l’ultima persona a sentirlo telefonicamente prima della partenza per l’area del Parco del Virunga.

“Ci siamo scritti via WhatsApp – ricorda la moglie riferendosi alla mattina prima dell’agguato – Lo faceva sempre. Mi ha mandato due foto nel giro di pochissimi minuti. Era tranquillo, sorridente, non avevo alcuna percezione del pericolo. E come me anche lui. Anche nell’ultima foto, quella col carabiniere Iacovacci. Nello scatto sorridono e salutano“.

La moglie ripercorre anche momenti di vita vissuta e si sofferma anche sul loro primo incontro, avvenuto quando Attanasio era Console in Marocco, della convivenza tra due persone di religione diversa, lui cattolico e lei musulmana, e sull’educazione che hanno deciso di dare alle proprie figlie. Ma quando le viene chiesto se ha qualche sospetto su come il convoglio del Wfp possa essere caduto in un’imboscata, in una zona dove sono comunque frequenti gli attacchi contro civili e membri di varie organizzazioni, ha risposto: “No, saranno le indagini ad accertare cosa è accaduto nella foresta. Nelle ultime ore sono stata travolta dagli eventi, dal dolore per me, per la mia famiglia distrutta. L’unica risposta che mi sono data, e che posso dare, è che qualcuno che conosceva i suoi spostamenti abbia parlato, lo abbia venduto e tradito. Mentre io ho perso l’amore della mia vita”.

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