Il video della telecamera di sicurezza risale al 26 agosto 2019. Si vedono due killer entrare in azione a piazza Mercato, Napoli. Hanno i volti coperti dal casco e dalle sciarpette, come ogni criminale che si rispetti. Puntano dritti verso un pub. I bersagli dell’agguato fanno appena in tempo a trovare riparo dietro al vetro blindato del locale. I killer sparano sulla serratura, sono furiosi, prendono a calci la porta. Niente da fare. Nella foga dei calci tirati a casaccio, uno dei malviventi perde il cellulare. Un anno e mezzo dopo, la Procura di Napoli ha chiesto l’archiviazione dell’indagine aperta contro ignoti per tentato omicidio, perché da quel cellulare non sono riusciti a ricavare elementi utili per risalire agli autori del raid. Quel cellulare sarebbe il frutto di una rapina compiuta ai danni di un ragazzino che quel giorno sporse denuncia. Inoltre, troppe mani – tra cui quelle dei titolari del pub, che recuperarono l’apparecchio da terra – hanno contaminato il telefonino, impossibile scovare impronte digitali utili. Gli avvocati Antonio Abet e Andrea Lucchetta, difensori delle parti offese dell’agguato, si sono però opposti all’archiviazione e chiedono la riapertura delle indagini. Chiedono che siano compiuti nuovi atti, a cominciare dall’analisi della memoria interna del cellulare.

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