In queste ore uno dei nomi che circolano, da sacrificare in nome di un governo “Conte ter” benedetto dall’ex sindaco di Firenze Matteo Renzi, è quello della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Il leader di “Italia Viva” vorrebbe silurare la giovane siciliana che è arrivata a coprire la poltrona più importante di viale Trastevere dopo aver svolto le mansioni di sottosegretaria nel primo governo Conte.

Un attacco che arriva da Renzi che trova la complicità del Partito Democratico che non ha sprecato una parola a difesa della ministra Azzolina. Un silenzio per nulla casuale visto che tutti sanno che la vice ministro Anna Ascani ci terrebbe tanto a quella poltrona. Dalle parti di “Italia Viva” qualcuno fa il nome di Maria Elena Boschi al posto dell’attuale inquilina di viale Trastevere ma la mascotte di Renzi sa bene che il ministero dell’Istruzione non porta voti ed è tra i più scomodi.

Ciò che stupisce è che dopo mesi di slogan in cui da ogni parte si è detto “l’istruzione è importante quanto la sanità”, oggi nessuno pensa quanto sarebbe deleterio buttar giù dal treno il conducente mentre è in corsa.

Capitanare il ministero di viale Trastevere non è un gioco da ragazzi ma significa tessere una serie di relazione con gli uffici periferici (Usr e Ust); avere una squadra di dirigenti competenti che godono della fiducia del ministro; conoscere le sfide affrontate e quelle che si devono ancora mettere in atto. Considerare il dicastero dell’Istruzione meno importante di quello della Sanità o del Bilancio, è un grave errore che conferma quanto la Scuola non sia ancora una priorità per la politica.

Non solo. Lucia Azzolina, copre il ruolo da ministra da gennaio dello scorso anno: un anno e qualche mese. Non tanto ma sono stati 365 giorni terribili: nessun ministro degli ultimi cinquant’anni si è trovato ad affrontare una situazione come quella che ha dovuto prendere in mano la ministra siracusana.

La mia non vuol essere una difesa d’ufficio di Lucia Azzolina con la quale da giornalista ho avuto anche scontri e da maestro punti vista diversi dai suoi ma va detto che oggi abbiamo in viale Trastevere una persona che ne sa di scuola. E’ una delle poche volte che anziché un accademico o un politico di professione, abbiamo un’ex insegnante che tra i banchi è cresciuta. Non solo.

In quest’anno speciale la ministra Azzolina ha assicurato, con ostinato coraggio, la ripresa delle lezioni in presenza nella scuole dell’obbligo dove (posso testimoniare da insegnante) tra mille lacune dovute soprattutto alla mancata visione pedagogica dei dirigenti scolastici, le cose funzionano.

In questo vortice la ministra ha cercato di puntare sulla formazione dei docenti; sui patti di comunità (vedi il comune di Reggio Emilia), sul rinnovo dell’arredamento scolastico; su una nuova pagella che finalmente ha fatto sparire gli odiosi voti decimali di memoria gelminiana. Non solo. Posso testimoniare che la ministra, a differenza di tanti altri politici, ha scelto la strada del contatto diretto con i genitori, con i presidi, con i docenti alzando la cornetta del telefono e parlando con loro.

Certo, qualche difetto non manca nemmeno alla Azzolina: sa ascoltare solo chi vuole; tra lei e il sindacato si è alzato un muro che sembra indistruttibile; ha scambiato la scrivania di viale Trastevere per la cattedra e qualche volta ha preferito non affrontare i problemi prendendo la via di fuga del “non riguarda il ministero dell’Istruzione”.

Oggi ci troviamo così milioni di mascherine del Commissario Arcuri buttate perché non vengono messe dai bambini che indossano quelle comprate in farmacia dai genitori. Abbiamo un organico Covid che non riceve stipendio da mesi. Ci ritroveremo a settembre prossimo con i consueti problemi di carenza di docenti, soprattutto di sostegno. Manca un disegno organico della scuola che vorremmo. Non c’è un piano infrastrutturale che consenta una Rete adeguata negli istituti. Restiamo il Paese con gli insegnanti meno pagati d’Europa e meno valorizzati. La pedagogia è stata cancellata in nome della burocrazia. L’elenco potrebbe continuare ma mi fermo qui.

Lupus in fabula: meglio un’Azzolina oggi che l’ennesima politica che si improvvisa esperta d’istruzione domani. Il ministero di viale Trastevere ha bisogno non di politici di professione ma di uomini e donne che la scuola l’hanno vissuta, frequentata non da ex alunni ma da insegnanti. Con i loro limiti e con i loro pregi.

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