“Solo il 20% degli operatori delle Rsa bresciane ha aderito alla campagna vaccinale. Troppo poco e non capisco perché”. Il direttore generale di Ats Brescia Claudio Sileo ha così confermato una tendenza evidenziata da Repubblica con un dettagliato articolo sul delicato tema. Perfino in un territorio come quello della provincia lombarda che tanto è stata colpita dal Covid.

“Come ordine faremo di tutto per convincere i colleghi a vaccinarsi”, ha detto Stefania Pace, presidente dell’ordine professioni infermieristiche di Brescia. Per il vice presidente Paolo Boldini, “il Covid ha devastato le case di riposo ed è incomprensibile che i colleghi non vogliano vaccinarsi. Se medici e infermieri delle Rsa faranno memoria della devastazione vissuta, sono convinto che cambieranno idea”.

Non va meglio in Piemonte. Secondo quanto riferito da Repubblica, l’associazione dei gestori privati di Rsa Anaste ha registrato il 70% di contrarietà al vaccino da parte dei suoi operatori cui nella Regione fanno capo 7mila posti letto su un totale di 60mila in Italia. La metà degli operatori è spaventata dall’assenza di adeguata informazione sugli effetti collaterali del vaccino. E in effetti il bugiardino è stato reso noto solo sabato 26 dicembre. La diffidenza è alle stelle, poi, in Lazio. Mentre in Toscana il clima è diverso: la stessa Anaste ha dichiarato a Repubblica che nella regione di Firenze hanno aderito al vaccino 8.700 operatori su 11mila. Per il presidente di Uneba Lombardia, Luca Degani, la questione è fuori da ogni trattativa: “Se qualche operatore non si vaccina, il problema sarà come accettarlo a lavorare in una struttura per anziani”.

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