Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao e Eleonora Evi entrano nei Verdi al Parlamento europeo. Lo ha deciso il gruppo ambientalista per acclamazione dopo che i quattro eurodeputati del Movimento 5 stelle hanno lasciato la delegazione pentastellata a Strasburgo. “Oggi il nostro Gruppo si sta allargando! Abbiamo 4 nuovi eurodeputati italiani che entrano a far parte del gruppo dei Verdi”, si legge in un tweet dello schieramento. “Non vediamo l’ora di lavorare con voi sulla giustizia sociale, diritti umani e politica climatica!”. Il passaggio dei 4, considerati vicini ad Alessandro Di Battista (che però definisce il loro addio “un errore”), non sposta gli equilibri politici dell’Eurocamera, ma certifica la frattura che “va avanti da diversi mesi” all’interno dei 5 stelle in Europa.

Corrao, Pedicini, Evi e D’Amato, infatti, hanno già votato tante volte in linea con i Verdi su dossier come la Politica Agricola Comune. E da mesi, a partire dall’elezione di Ursula von der Leyen, fino alla sospensione di tre di loro a giugno da parte dei provibiri, le acque erano agitate. “Con l’addio al M5S – si legge in una nota di Pedicini – i quattro eurodeputati rinnovano il proprio impegno a favore delle battaglie di cui sono stati portavoce in questi anni, mettendo al primo posto la difesa del pianeta e la tutela della salute dei cittadini”. La decisione, aggiungono, “è stata resa necessaria dall’impossibilità di portare avanti con coerenza la difesa di questi temi, all’interno della delegazione del M5S, il cui operato oggi diverge irrimediabilmente sia dall’impegno preso con gli elettori che dalle aspirazioni originarie del Movimento”.

Corrao, in conferenza stampa a Bruxelles, ha spiegato che i quattro cercheranno “di continuare a fare quello che non riuscivamo più a fare” stando nella delegazione del Movimento in Ue, aprendo uno “spazio più mediterraneo” nel gruppo ecologista e “cercando di sviluppare un progetto ambientalista anche a livello nazionale”. L’eurodeputato ricorda che nel corso della passata legislatura i Cinquestelle hanno “sempre collaborato molto strettamente nelle commissioni, votando in modo conforme nell’85-90% dei casi. In questa legislatura abbiamo cercato di fare la stessa cosa, ma non è stato possibile”. E ha concluso: “La maggioranza al governo in Italia è l’unica possibile e c’è tutto il nostro sostegno. Noi abbiamo bisogno di portare avanti tutti quei temi che con la delegazione non si potevano portare avanti nel M5S”. Mentre D’Amato aggiunge che “siamo aperti a collaborare e collaboreremo anche con i Verdi italiani ma anche con tutti quelli che hanno cari questi capisaldi: ambiente, ecologia, giustizia sociale, diritti umani”.

Contro i fuoriusciti ha parlato l’eurodeputato M5s Dino Giarrusso: “Dopo mesi di condotta imbarazzante”, ha scritto in una nota, “dopo circa 160 voti contrari alla delegazione Cinquestelle, dopo la prolungata assenza dalle riunioni interne e dopo innumerevoli attacchi pubblici interni al Movimento e ai suoi portavoce, quattro ex-colleghi eletti grazie al simbolo del Movimento 5 stelle, svelano definitivamente il loro volto di meschini voltagabbana e di traditori del mandato elettorale, aderendo ai Verdi europei. Era il segreto di pulcinella, negato con comprensibile vergogna fino all’altroieri dai protagonisti di questo turpe mercato delle vacche. I quattro traditori, gli Scilipoti e i Razzi che abbiamo avuto in seno, hanno preso i voti del Movimento e vanno con i Verdi che vogliono il Mes e che hanno firmato insieme a Monti, Bonino, Letta ed altri antigrillini di ferro la richiesta di attivare il Mes sanitario, quello che abbiamo combattuto con efficacia e respinto grazie a Giuseppe Conte“.

Proprio sul cambio di casacca è intervenuto anche il copresidente del gruppo dei Verdi nel Parlamento europeo, Philippe Lamberts, specificando che la decisione non ha l’intento di “rendere più fragile il governo. Non vogliamo destabilizzare la situazione politica in Italia, né aumentare il potenziale di caos. Chi desidera votare” per una forza ecologista “non vuole che destabilizziamo questo governo”. E apre poi le porte ad altri eurodeputati interessati a sposare la causa ecologista in Ue: “Quale è l’orientamento politico del M5S e quale è il loro progetto politico centrale? Io non so dirlo. Hanno radici ecologiche forti, ma anche derive populiste, manca una chiarezza politica. Oggi accogliamo quattro colleghi che sono restati fedeli ai loro progetti di origine, la porta resta aperta, ma i problemi che abbiamo con il M5S non sono stati risolti completamente”.

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