Il Movimento 5 stelle si è spaccato in Europa sull’elezione della commissione Ue guidata da Ursula Von der Leyen. Dopo che avevano dato il via libera alla presidente a luglio scorso, oggi in quattro su 14 hanno deciso di far mancare il loro voto. Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini hanno votato contro, mentre Eleonora Evi e Rosa D’Amato hanno deciso di astenersi. Luigi Di Maio è stato avvertito nella serata di ieri e ha cercato di far desistere i colleghi, ma senza successo. La scelta nasce in un clima di forti malumori a Roma come in Europa dentro il gruppo del Movimento 5 stelle. Al momento i vertici dicono che non saranno valutati provvedimenti disciplinari perché “le loro sono solo posizioni di dissenso”. Proprio Corrao, considerato uno degli esponenti di riferimento del M5s in Europa, ha spiegato su Facebook con un lungo post la scelta di andare in direzione contraria al gruppo: “Me ne assumo la piena responsabilità politica“, ha esordito l’eurodeputato. “E’ una commissione peggio di quella di Juncker”. E ancora: “Siamo diventati la copia sbiadita del Pd”. L’altro ad esporsi è stato Pedicini che ha messo in discussione le nomine in Europa del Pd che “hanno escluso i 5 stelle”. In generale per il gruppo 5 stelle è stata una scelat sofferta: “La fiducia che abbiamo deciso di dare oggi”, si legge nella nota ufficiale, “è una fiducia condizionata al rispetto della sua linea programmatica”.

Corrao ha iniziato cercando di spiegare perché a luglio scorso si è schierato per il Sì e oggi invece ha votato No. “Quattro mesi e mezzo fa”, si legge, “abbiamo comunicato il nostro voto a favore a sostegno della posizione del governo (allora gialloverde) con l’idea di far pesare quel voto nella composizione della Commissione e nell’elaborazione dei temi e dei programmi”. “Ovviamente”, ha continuato, “non tutti erano d’accordo tra i miei colleghi, ma come è sempre stato si è difesa la scelta della maggioranza e le ragioni del voto”. In quel caso, dice Corrao, “avevamo ricevuto rassicurazioni sul coinvolgimento nella composizione e anche sui programmi” della futura commissione. Secondo l’eurodeputato in questi quattro mesi è stato insufficiente quanto dichiarato dai singoli commissari in audizione: “Abbiamo ascoltato solo ed esclusivamente parole vuote e supercazzole”. E non ha risparmiato critiche al commissario italiano: “Anche il buon Paolo Gentiloni, nominato dal subentrante governo giallorosso, tra le nostre inascoltate proteste, per capacità di supercazzole e scappare a qualsiasi risposta non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi”. Quindi, ha chiuso Corrao: “In buona sostanza se 5 anni fa la commissione Juncker non andava bene, questa si presenta ai nastri di partenza come ancora peggio. Con l’asse franco-tedesco a dominare la scena senza alcun dubbio”. Per Corrao l’altro grave problema è l’isolamento del Movimento: “Come delegazione del Movimento 5 stelle in Europa, dopo 5 mesi, siamo ancora nei non iscritti, ancora più isolati di prima e senza essere minimamente stati presi in considerazione né sui programmi e neanche sulle nomine di secondo livello, dove la spartizione di poltrone è continuata”. Corrao ha anche detto di aver deciso “con grande sofferenza interna, consapevole di violare una regola di delegazione ma mettendo sulla bilancia quello che credo sia il principio rispetto alla regola”. Ma, ha anche detto, “sono sicuro che se alla nostra base fosse stato chiesto se volevano sostenere una commissione europea a trazione franco-tedesca, frutto di spartizione di potere e poltrone tra socialisti, liberali e popolari in cui noi non abbiamo alcun ruolo e non siamo stati cagati neanche di striscio”, allora il 95 per cento “avrebbe votato No”. “Purtroppo però questa votazione con la nostra base non c’è stata”. Corrao chiude dicendo di essersi più volte vergognato delle decisioni prese dal Movimento negli ultimi mesi: “In questo ultimo anno ho perso praticamente il sorriso e l’entusiasmo, mi sono dovuto vergognare spesso di decisioni che ho dovuto accettare e difendere ma che non mi appartengono”. E ha concluso: “Siamo un movimento anti-establishment che si sta comportando come la sbiadita copia del Pd che invece sistema lo è e dal sistema riceve innumerevoli vantaggi”.

Il collega Pedicini ha pubblicato un post simile nel quale dice di aver votato contro “per non svendere l’identità del M5s”: “Dopo il voto” a favore della Von der Leyen a luglio, “sono successe tante cose. Abbiamo partecipato alle audizioni dei commissari designati, per esempio che, alle domande più scomode, sfuggivano come anguille con risposte in perfetto stile politichese”. E anche lui si è esposto contro Gentiloni: “Alle audizioni del Parlamento europeo mi sono permesso di chiedere al commissario designato Gentiloni se, per l’incarico che aveva ricevuto, avrebbe avuto il coraggio di mettere in discussione quelle regole europee che schiacciano l’Italia e lui, per tutta risposta, ha pensato bene di sacrificare l’alleato di governo per rassicurare i colleghi tedeschi e francesi che si sono affrettati a votarlo. Tipico del Pd“. E ha concluso: “Perché quelli del Pd sono fatti così, ti fanno i complimenti, ti dicono che sei bravo, ti dicono che dobbiamo lavorare insieme…solo che, nel frattempo, le nomine del sistema Italia in Unione Europea, con la piena collaborazione della Rappresentanza italiana (anch’essa tutta del Pd) le hanno fatte tutte loro. E al Movimento 5 Stelle? Zero spaccato! Voglio chiarire, a scanso di equivoci, che a me la Lega fa vomitare tanto quanto il Pd e aggiungo che non discuto la scelta di fare un governo insieme all’uno o all’altro”.

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