“Oggi posso dire che i giorni che ho vissuto in ospedale per via del Covid-19 sono stati un po’ come quelli di Gesù nel deserto. Ho sentito l’arsura, la fatica di respirare, la lotta del mio corpo per respingere l’infezione”. Così il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha descritto le settimane di sofferenza a causa del coronavirus. Una lotta tra la vita e la morte di cui il porporato si è detto consapevole, soprattutto nei giorni vissuti nella terapia intensiva dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia nella sua arcidiocesi di PerugiaCittà della Pieve.

Il cardinale vi era arrivato il 31 ottobre, tre giorni dopo essere risultato positivo al Covid-19, ma nella notte tra il 2 e il 3 novembre le sue condizioni si erano aggravate costringendo i sanitari a trasferirlo nella terapia intensiva. Dopo dieci giorni, il 13 novembre, la situazione era decisamente migliorata e i medici lo aveva riportato nel reparto di medicina d’urgenza per poi dimetterlo il 19 novembre. I sanitari, però, gli avevano consigliato di trascorrere il periodo di convalescenza non a casa, bensì al Policlinico Gemelli di Roma dove il 22 novembre è risultato negativo al tampone. Oggi, 3 dicembre, le dimissioni dall’ospedale romano e il ritorno a casa, a Perugia.

“Sono stati momenti difficili per me – afferma il cardinale – e lo sono per chiunque si trovi in una condizione di sofferenza e veda minacciata la propria vita. Ma posso testimoniare di avere sentito anche la compagnia di alcuni ‘angeli custodi’, che mi hanno ricordato quelli che erano al fianco di Gesù: sono anzitutto gli operatori sanitari, dai medici agli infermieri, che si sono presi cura di me. A loro non posso che rivolgere il mio primo ringraziamento”. Lo sguardo e la gratitudine del porporato, però, si allarga e va oltre i medici che lo hanno curato: “Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare altri angeli: sono gli operatori della comunicazione. Nella Bibbia, l’angelo è il messaggero: mi sono sentito custodito da persone, che erano attente alla mia persona prima ancora che al mio ruolo, che hanno raccontato un uomo malato prima ancora che la malattia di un cardinale. Ho sentito vicina la presenza di tante persone che hanno pregato per me”. Anche la vicinanza di Papa Francesco che più volte in questo periodo ha telefonato al vescovo ausiliare di Perugia, monsignor Marco Salvi, anche lui contagiato dal coronavirus, per essere costantemente informato sulle condizioni del cardinale Bassetti.

Intervenendo in video-collegamento dal Gemelli durante il Consiglio permanente straordinario della Cei dell’1 dicembre, il porporato ha confidato di aver pensato spesso di essere a un passo dalla morte durante i giorni della terapia intensiva. “Come sapete – ha detto ai suoi confratelli vescovi – Io sono reduce da un periodo di malattia Covid molto grave. Pensavo di essere giunto al limite”. E ha aggiunto: “Ho avvertito però, in tutto questo travaglio, la presenza forte del Signore. Quello di oggi, da parte mia, vuol essere soltanto un saluto affettuoso e grato per ciascuna delle vostre persone”. Bassetti ha ringraziato i vescovi per aver pregato per lui: “Vi ho sentiti vicini nei momenti più gravi del mio calvario. Anche la vostra gente ha pregato per me”.

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