Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, 68 anni, di Forza Italia, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. L’indagine che ha portato all’arresto di Tallini riguarda i suoi presunti rapporti con la cosca Grande Aracri della ‘ndrangheta. Secondo l’accusa, i rapporti di Tallini con la cosca hanno riguardato la costituzione di una società, la Farmaeko con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie (20 in Calabria, due in Puglia e una in Emilia Romagna). Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto ed il suo intervento, secondo quanto riferiscono i carabinieri, è stato ricambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. Il contributo di Tallini, ritengono gli investigatori, è stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico inziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali. “Vi ricordate le ultime regionali calabresi, a gennaio 2020? Questo signore, attuale presidente del Consiglio regionale della Calabria, di Forza Italia, in virtù del codice di autoregolamentazione della Commissione Antimafia, risultava impresentabile. A suo avviso ero io che mi accanivo contro di lui per una ‘vendetta personale'”, scrive su Facebook il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, a proposito dell’arresto.

Altre 18 misure cautelari – I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e del comando provinciale di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, anche nei confronti di altri 18 indagati, nelle province di Catanzaro, Crotone e Roma, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.

Le accuse a Tallini – “In qualità di assessore regionale fino al 2014 e quindi candidato alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 2014, e successivamente quale consigliare regionale”, Tallini “forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione“, si legge nell’ordinanza che ha portato all’arresto del presidente del Consiglio regionale. “In cambio del sostegno elettorale promesso ed attuato da parte del sodalizio”, secondo l’accusa il politico di Forza Italia ha garantito alla cosca “le condizioni per l’avvio prima e l’effettivo esercizio poi dell’attività imprenditoriale della distribuzione all’ingrosso dei prodotti farmaceutici“. Tallini, è scritto sempre nell’ordinanza, è intervenuto per “agevolare e accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del ‘Consorzio Farma Italia’ e della società ‘Farmaeko Srl‘”. Inoltre, “imponeva l’assunzione e l’ingresso, quale consigliere, del proprio figlio Giuseppe, così da contribuire all’evoluzione dell’attività imprenditoriale del Consorzio farmaceutico, fornendo il suo contributo, nonché le sue competenze e le sue conoscenze anche nel procacciamento di farmacie da consorziare”. In tal modo, si legge ancora nell’ordinanza, “rafforzava la capacità operativa del sodalizio nel controllo di attività economiche sul territorio, incrementando la percezione delle capacità di condizionamento e correlativamente di intimidazione del sodalizio, accrescendo la capacità operativa e il prestigio sociale e criminale“.

L’operazione: i nuovi assetti della cosca – Il provvedimento nasce da due attività investigative, sviluppate dai carabinieri di Catanzaro e Crotone, dirette e coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dai sostituti procuratori Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. Le indagini hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell’area di origine e nel territorio catanzarese. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri. È stata documentata la realizzazione da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità, di progetti imprenditoriali per il reimpiego dei proventi illeciti della cosca. In un caso, appunto, attraverso la costituzione di una società finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali. È emerso infine il ruolo di professionisti e imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse. Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale del sodalizio, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi.

La situazione della Regione – L’arresto di Tallini arriva in un momento in cui la Calabria, governata dal presidente facente funzioni Antonino Spirlì dopo la morte di Jole Santelli, si ritrova anche senza una guida alla Sanità, dopo che l’ultimo commissario nominato dal governo, Eugenio Gaudio, ha rifiutato l’incarico – a suo dire – per motivi familiari. Un periodo surreale cominciato con l’addio di Saverio Cotticelli, il generale dei carabinieri che non sapeva di doversi occupare del piano Covid e proseguito con il passo indietro di Giuseppe Zuccatelli, inciampato su un video in cui minimizzava l’importanza della mascherina. In Calabria arriverà Gino Strada, che chiuso un accordo che affida a Emergency l’organizzazione di Covid hotel, triage e ospedali da campo. Il ruolo di commissario alla Sanità però resta ancora scoperto: in pole ora c’è Federico D’Andrea, l’ex ufficiale della Guardia di Finanza ai tempi di Mani pulite che ha lasciato le Fiamme gialle nel 2007 per andare a guidare gli organismi di Vigilanza di importanti società.

La carriera politica di Tallini – Era stato eletto nel marzo scorso fino all’ultima seduta del Consiglio regionale della Calabria che è stato sciolto, in seguito alla prematura scomparsa della presidente Jole Santelli lo scorso 10 novembre. Tallini è nato a Catanzaro il 29 gennaio 1952, è sposato e ha due figli. Ex dipendente Enel, nelle regionali del 2020 è stato eletto nella circoscrizionale Calabria centro con la lista Forza Italia con oltre 8mila preferenze. E’ alla sua quarta legislatura. Divenne consigliere regionale per la prima volta nel 2005 tra le fila dell’Udeur con circa 5.000 preferenze. Ha ricoperto, tra l’altro, la carica di Presidente della Commissione Speciale di Vigilanza ed è stato anche componente supplente della Commissione di disciplina del personale. E’ stato coordinatore di Forza Italia nella provincia di Catanzaro. Si è candidato alle elezioni regionali del 2000, nella lista di FI ottenendo oltre 6.500 preferenze. Nel 2014 è stato rieletto nella circoscrizione Calabria centro con la lista Forza Italia ottenendo 11.000 preferenze. Nel 2010 è stato eletto nella circoscrizione Calabria centro con la lista PDL con circa 10.000 preferenze. Dal 2010 al 2014 è stato assessore al Personale.

Le reazioni – “Leggo dalla stampa” degli arresti di Tallini “le accuse sono gravi, io ho piena fiducia nella magistratura, in Gratteri, per cui aspettiamo l’evolversi della situazione, sperando che si possa arrivare al più presto alla verità”, ha detto all’AdnKronos Nino Spirlì, presidente reggente della Calabria. “Le istituzioni non patiscono le pene degli umani, vanno avanti secondo le regole, noi continuiamo ad andare avanti, a barra dritta”, ha assicurato il leghista. “Ho mandato gli auguri di buon lavoro a Nicola Gratteri, che conosco e stimo, quando c’è da fare pulizia ben venga chi lo fa”, ha detto Matteo Salvini a radio Rtl 102,5. “Tallini – ha aggiunto Salvini – mi ha attaccato più volte, non ne conosco le vicende, ma se si muove Nicola Gratteri si vede che ha le ragioni per farlo”. “Spero che anche questo spinga il governo a dare una risposta i calabresi, sulla nomina dei commissari, scelgano un calabrese”, ha concluso il leader della Lega. In una nota sono intervenuti i deputati M5s Paolo Parentela (portavoce della Calabria alla Camera) e Giuseppe d’Ippolito: “”Sul piano politico e morale l’intero centrodestra della Calabria è devastato dalla notizia degli arresti domiciliari per Domenico Tallini. L’arresto conferma, indipendentemente dagli sviluppi giudiziari del caso, l’urgenza di un totale rinnovamento della classe politica in Calabria, che da tempo chiediamo all’elettorato, anche in virtù delle nostre innumerevoli denunce sull’inquinamento del voto nella regione e sul ricorrente uso del potere a vantaggio delle organizzazioni criminali e di affaristi in tutti gli ambiti dell’amministrazione pubblica, a partire dalla sanità”. “È singolare – concludono i parlamentari del M5s – che nel Consiglio regionale della Calabria faccia bella mostra una targa con scritto ‘Qui la ‘ndrangheta non entra’, con cui, evidentemente, i partiti tradizionali pensano di essersi lavati la coscienza evitando di fare al loro interno quella pulizia morale tanto raccomandata da Paolo Borsellino, da Nicola Gratteri e dal Movimento 5 stelle”.

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