Una battaglia durata otto mesi e mezzo, e, alla fine, la vittoria. La storia di Stefano Simoncini, ex sindaco di Osimo, fa riflettere sull’epidemia da Covid 19 che dallo scorso febbraio ha colpito l’Italia. Entrato in ospedale con sintomi febbrili e una tosse che non voleva andarsene, il marchigiano ha cambiato in quasi nove mesi di ospedalizzazione 7 reparti e tre ospedali. Come racconta AnconaToday ha rischiato più volte la vita, è stato in terapia intensiva ed ha affrontato 3 diversi arresti cardiaci. Una lotta uno contro uno, contro il virus, che alla fine il geometra Simoncini ha vinto. Ieri è tornato a casa, trasportato da un’ambulanza della Croce Rossa, e una parte della cittadinanza lo ha accolto con cori e striscioni.

Simoncini, appunto, ha attraversato diverse battaglie. La prima in coma farmacologico, intubato, quando ha avuto gli arresti cardiaci. Poi quella all’Utic, l’Unità di terapia intensiva cardiologico, infine quella all’Istituto di riabilitazione Santo Stefano di Porto Potenza Picena. L’ex sindaco ora dovrà ancora affrontare riabilitazione e fisioterapia, ma intanto ha potuto riabbracciare i propri cari. “Il risveglio dal coma è stato choccante perché non mi muovevo e non riuscivo ad emettere suoni, quindi è stato veramente un trauma anche perché era nutrito con le sacche, c’erano tutti fili e cavi, avevo gli elettrodi appiccicati addosso. C’erano solo i medici a rassicurarmi che ero vivo e che in pochi mesi sarei tornato a muovermi”, racconta lui stesso al telefono ad AnconaToday. “Non ricordo tutto – continua – anche perché il coma mi ha portato via il ricordo di un pezzo di vita da prima del ricovero, ma ricordo la primavera, il caldo infernale che entrava dalla finestra aperta, nessuno mi dava da bere e se me lo davano era con un gel che sostituiva l’acqua ma non mi dissetava”. Simoncini, ammette, “si sente un sopravvissuto”.

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