Cultura

Gianni Rodari, l’Italia lo ricorda a cent’anni dalla nascita. L’amico Dané: “E’ come Gaber o De André: adorato ma poco messo in pratica”

Da Mantova alla Garfagnana, da Omegna a Cento: le iniziative più importanti per far rivivere le storie e la vita dello scrittore. Ilfatto.it ha intervistato Marco Dané, pedagogista, autore televisivo e regista teatrale che con l'autore di opere per bambini lavorò per "Il paese di Giocagiò": "Cosa mi colpisce ancora? Quando stavi con lui ti veniva sempre l'ispirazione. Poi andavi a casa e spariva ogni intuizione"

di Alex Corlazzoli

Sono passati cent’anni da quel 23 ottobre del 1920 quando a Omegna nacque Gianni Rodari ma nessuno ha dimenticato lo scrittore più amato dagli insegnanti e dai bambini. Oggi in Italia ma non solo sono in tanti a festeggiare questo anniversario. In onore del maestro Gianni esce un Meridiano Mondadori, un film omaggio ma sono previste anche maratone di letture, speciali tv e online. Il giorno del compleanno esce anche il francobollo celebrativo delle Poste Italiane la cui immagine è stata finora top secret. In ogni parte del Paese in questi giorni si parla di Rodari. Nella capitale dal primo al trenta novembre andrà in scena online Lucciole e lanterne, la sedicesima edizione del Premio Rodari per il Teatro con una giuria di bambini.

A Gallicano l’intero mese di ottobre è stato dedicato allo scrittore di Omegna con una mostra di disegni, ispirati a Rodari, realizzati dai bimbi di ArteLab durante il periodo di lockdown. A Mantova, invece, alla biblioteca Baratta fino a domani sono stati organizzati una serie di incontri per omaggiare il poeta. A Castelnuovo di Garfagnana, dal 17 ottobre al 15 novembre, hanno allestito in sala Suffredini la mostra Il favoloso Gianni antologia murale in 21 pannelli. Anche a Cento hanno pensato di celebrare il centenario: nei giorni scorsi alcune vetrine del centro storico si sono animate con personaggi che hanno letto filastrocche, poesie, fiabe tratte dai libri di Gianni Rodari. Alle 17.30 sotto il doppio portico Palazzo del Governatore si terrà la lettura spettacolo a cura del Teatro del Sole dal titolo A spasso con Rodari. E ancora ci saranno iniziative a Putignano, a Pontedera e persino a Tirana e ad Hanoi. E infine naturalmente ad Omegna dove il Parco della fantasia ha organizzato una serie di manifestazione dedicate al famoso concittadino.

A festeggiare Rodari è soprattutto chi l’ha conosciuto di persona. Marco Dané, pedagogista, registra, autore televisivo (da Domenica In al Kilimangiaro), nel 1970 condusse su Rai1 il programma televisivo Il paese di Giocagiò di cui il maestro di Omegna era autore. Dané, 76 anni, ricorda ancora molto bene l’amico Rodari.

Che approccio aveva con il maestro?
Mi colpiva e mi colpisce ancora sapere che quando stavi con lui non ti mancava mai l’ispirazione e sembrava che tutto fosse normale. Nel momento in cui lavoravi da solo o andavi a casa spariva ogni intuizione. Lui non ti faceva sentire la differenza. Era capace di trasmettere la sua arte, sapeva coinvolgere.

Chi era l’uomo Gianni Rodari?
Era semplice. Una persona buona, tranquilla, serena. Ti faceva sentire a tuo agio. Non l’ho mai visto irritato. Parlava sempre a bassa voce. Aveva una tale fantasia che effettivamente risolveva veramente i problemi. Aveva tante frecce nel suo arco. Era sicuro di sé. Non c’è stato mai un momento di attrito con lui.

Quali erano le sue doti?
Basta leggere Grammatica della fantasia per capire. Era un uomo profetico. Sapeva uscire dagli schemi ordinari. Era capace di cogliere certe situazioni. Sapeva scavalcare ogni muro.

C’è un episodio dei suoi due anni di lavoro con lui che ricorda in modo particolare?
Rodari aveva scritto Il cavallo parlante, io ero il presentatore e chiacchieravo con questo animale che mi rispondeva con le filastrocche. Mi faceva piacere avere accanto un autore che interveniva anche nelle nostre dirette, cambiandole al momento. Un altro ricordo è legato al mio primo incontro con lui. Rodari abitava a Roma in via Quattroventi. Quando mi presentai pensai a chissà quale argomento avrebbe tirato fuori e invece mi chiese se conoscevo perché la sua strada si chiamasse in quel modo.

Che libro di Rodari consiglierebbe di leggere ad un bambino e ad un insegnante?
Ai bambini tutte le filastrocche ma devono farsele spiegare da un adulto. Il libro più venduto al mondo dopo la Bibbia è Pinocchio. E’ un testo che va spiegato perché quel burattino è la storia dell’umanità. Le filastrocche di Rodari hanno sempre un messaggio che il bambino non riesce a cogliere direttamente. Ad un maestro consiglio di leggere assolutamente “La grammatica della fantasia.

Il maestro, scrittore, giornalista è stato dimenticato o resta vivo?
Rodari è molto lodato, adorato ma poco messo in pratica come succede sempre a chi ha una visione profetica. E’ un po’ quello che è capitato a Giorgio Gaber o a Fabrizio De Andrè. Io ho perseguito le sue idee, le abbiamo propagate attraverso la televisione ma non c’è stato un seguito. Mi dispiace vedere che la scuola di oggi mette in pratica il 10% del suo insegnamento. Non basta elogiarlo va studiato. Le favole al telefono sono un messaggio ai genitori: ti devi occupare di tuo figlio sempre. Pedagogicamente chiedo sempre a mamme e papà: che fate solo per i figli? Rodari avrebbe detto che una cosa che puoi fare solo per loro è quando ti trovi un pomeriggio e ti metti per terra a giocare a macchinine. Io lo faccio con i miei nipoti.

Gianni Rodari, l’Italia lo ricorda a cent’anni dalla nascita. L’amico Dané: “E’ come Gaber o De André: adorato ma poco messo in pratica”
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