“La Russia sta cercando di interagire con la Germania, sta cercando uno scambio di informazioni ed è pronta a questo scambio. Sfortunatamente al momento non vediamo nessuno passo reciproco da parte dei nostri colleghi tedeschi”. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, si dice “pronta” a cooperare a livello internazionale e con Berlino sul caso dell’oppositore – nonché principale avversario di Putin – Aleksey Navalny, che secondo le analisi effettuate in Germania è stato avvelenato con una neurotossina del tipo Novichok. Il dissidente è uscito dal coma farmacologico ma resta ricoverato all’ospedale Charité di Berlino, dove la polizia ha rafforzato le misure di sicurezza per proteggerlo e il livello d’attenzione dei controlli. La misura è stata decisa dopo che Navalny è stato risvegliato e, secondo Der Spiegel, “evidenzia che la polizia di Berlino vuole impedire nuovi tentativi di ucciderlo”.

“Siamo interessati a scoprire le cause di quanto accaduto. Crediamo che qualsiasi accusa di legami diretti o indiretti con qualsiasi ufficiale russo sia inaccettabile”, ha continuato Peskov facendo riferimento alla dichiarazione del segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, secondo cui dietro all’avvelenamento di Navalny ci sono “alti funzionari russi”. Il Cremlino ha negato ogni responsabilità e condannato le accuse occidentali. Peskov ha inoltre negato che Putin possa avere detto a Conte, come riferisce il premier stesso in un’intervista sul Foglio, di volere creare una commissione d’inchiesta. “Non escludo che ci possa essere stato un equivoco”, ha riferito il portavoce.

Le dichiarazioni di Usa e Germania – La scorsa settimana il presidente americano Donald Trump, spesso accusato di lassismo di fronte a Vladimir Putin, ha spiegato di “non aver ancora visto” le prove dell’avvelenamento di Navalny, mentre la Germania aveva già affermato che era stato avvelenato da un agente nervino “del tipo Novichok“. La Russia assicura che nessuna traccia di veleno è stata rilevata dai suoi medici nel corpo di Navalny e mette in dubbio la versione degli europei, considerandola una “campagna di disinformazione” per imporgli nuove sanzioni.

Il dissidente pestato negli Urali – Intanto Alexiei Baraboshkin, sostenitore di Navalny, è stato pestato a Celiabinsk, nella zona degli Urali. L’ufficio di Navalny a Celiabinsk, riporta il Moscow Times, ha pubblicato una foto di Baraboshkin con un occhio nero e sottolinea che gli aggressori non hanno portato via al dissidente né il portafogli né il cellulare. Secondo i medici, stando sempre all’ufficio di Navalny, Baraboshkin potrebbe aver riportato una commozione cerebrale e una sospetta frattura cranica. Pare avesse ricevuto minacce per settimane. Domenica a Celiabinsk, come in altre zone della Russia, si svolgono le elezioni locali, e Navalny, prima del presunto avvelenamento che ha rischiato di ucciderlo, stava promuovendo una strategia di “voto intelligente”, invitando a concentrare i voti del dissenso sul candidato non putiniano con maggiori probabilità di essere eletto.

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