di Monica Valendino

Di questi tempi è bene ricordare un aneddoto che viene proposto a tutti coloro che iniziano ad approfondire la filosofia della scienza. Si tratta della morte di Sir Francis Bacon (Francesco Bacone, 1561-1626): l’illustre filosofo, dopo una vita intensa, decise di proporre una tesi su come il gelo potesse conservare meglio la carne di un pollo. Durante uno dei suoi esperimenti pensò bene quindi di imbottire di neve un volatile, anticipando di fatto la nascita dei frigoriferi, buscandosi però un’infreddatura che lo portò a prematura morte. Da qui il dibattito scientifico e filosofico sul deduttivismo e l’induttivismo presero ulteriore vigore.

Il metodo deduttivo è, in breve, il procedimento razionale che fa derivare una certa conclusione da premesse più generiche, dentro cui quella conclusione è implicita. Il metodo induttivo è un procedimento che cerca di stabilire una legge universale partendo da singoli casi particolari. Bacon fu promotore dell’induzione, ponendola in stretto rapporto con la ricerca scientifica, con l’osservazione e la sperimentazione.

Ad oggi il dibattito è ancora apertissimo a quanto pare e ricordiamo solo che il grande filosofo contemporaneo Bertrand Russell osservò ironicamente che pure il tacchino americano, che il contadino nutre con regolarità tutti i giorni, se adotta un metodo induttivo può arrivare a prevedere che anche domani sarà nutrito. Ma quel “domani” è il giorno del Ringraziamento e l’unico che mangerà sarà l’allevatore (a spese del tacchino)!

Eccoci dunque a questi giorni, quando nel Senato della Repubblica Italiana viene organizzato un convegno “negazionista” intitolato nientepopodimeno che “Covid-19 tra informazione, scienza e diritto”. A parteciparvi illustri scienziati fino all’altr’anno misconosciuti omini in camice bianco (Zangrillo), ma anche Vittorio Sgarbi e Matteo Salvini (accompagnato dal fido Siri, non l’assistente vocale, ma Armando).

Il primo non aveva di meglio da fare evidentemente, il secondo e il suo scudiero, invece, avrebbero meglio da fare (spiegando bene agli italiani alcune indagini che coinvolgono il loro partito e alcuni suoi rappresentanti), ma è probabilmente meglio affermare che “la mascherina non ce l’ho e non la indosso”.

Così ha sentenziato infatti il senatore verde, mentre Sgarbi interveniva sentenziando che “serve un manifesto della verità. Le istituzioni devono ascoltare anche la voce di chi dice da settimane che in Italia il Covid non c’è più. Esiste un rapporto ufficiale del governo tedesco che definisce il Covid 19 come falso allarme globale“. La voce di costoro esiste e viene amplificata di giorno in giorno da media che, evidentemente, ne ricavano vantaggi.

Peccato che il mondo sembra andare alla rovescia rispetto a quanto vediamo nel Belpaese e la cosa non dovrebbe tranquillizzare nemmeno costoro. Ma comunque per seguire la scienza un consiglio agli avventori del convegno si può estendere: imitino Bacon. Magari in un Covid-party per capire davvero se la virulenza sia diminuita. Una volta che un negativo viene messo assieme a 50 positivi, poi si dedurrà finalmente pure qualcosa per il bene di tutti.

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