John Lewis, storico protagonista del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, è morto a 80 anni. Era il più giovane e l’ultimo sopravvissuto dei Sei Grandi attivisti guidati dal reverendo Martin Luther King Jr. E’ noto soprattutto per aver guidato 600 manifestanti nella marcia della Bloody Sunday del 1965 attraverso il ponte Edmund Pettus Bridge a Selma, in Alabama. Lewis, cappotto marrone e mani in tasca, primo dei manifestanti, fu gettato a terra e picchiato violentemente dalla polizia, che gli fratturò il cranio. Le immagini televisive hanno fatto il giro del mondo e acceso un faro nel Paese sull’oppressione razziale.

Dopo la Bloody Sunday, King guidò altre marce, costringendo il presidente Lyndon Johnson a fare pressioni sul Congresso per far passare il Voting Rights Act. Il disegno di legge divenne legge nel corso dell’anno, rimuovendo le barriere che avevano impedito alle persone di colore di votare. Democratico di Atlanta, Lewis ottenne il suo seggio alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti nel 1986.

La sua morte è stata annunciata dalla speaker della Camera, Nancy Pelosi, che lo ha definito “uno dei più grandi eroi della storia americana”. I messaggi di cordoglio sono stati bipartisan. Il leader della maggioranza del Senato Mitch McConnell l’ha descritto come “un leader pioniere dei diritti civili, che ha messo in gioco la sua vita per combattere il razzismo, promuovere la parità di diritti e portare la nostra nazione ad un maggiore allineamento con i suoi principi fondatori”.

Alla fine del dicembre 2019, a Lewis era stato diagnosticato un cancro al pancreas in stadio avanzato. “Non ho mai affrontato una lotta come quella che affronto ora”, aveva detto. L’annuncio della sua morte è arrivato poche ore dopo quello della morte del reverendo C.T. Vivian, altro leader dei diritti civili, deceduto venerdì all’alba, all’età di 95 anni. “Lewis amava così tanto questo Paese da rischiare la sua vita e il suo sangue per far sì che fosse all’altezza delle sue promesse”, ha ricordato l’ex presidente Barack Obama. “Appena nato, ha abbracciato i principi della resistenza nonviolenta e della disobbedienza civile come mezzi per portare un reale cambiamento in questo Paese”. Lewis si unì a King e ad altri quattro leader dei diritti civili nell’organizzare la marcia del 1963 a Washington. Parlò alla folla oceanica, poco prima che King pronunciasse il suo I Have a Dream.

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