Sono 27 le società perquisite nell’ambito della nuova inchiesta giudiziaria che vede indagati i vertici della Link Campus University. Si tratta di aziende che lavorano soprattutto nell’ambito della logistica e della cyber sicurezza e che avrebbero acquistato falsi progetti di ricerca e di sviluppo dall’ateneo telematico. Alcune di queste si dicono “parte lesa” e dichiarano di aver avviato da tempo iniziato delle azioni penali nei confronti dell’università. Altre hanno i loro capi indagati insieme ai dirigenti dell’Unilink, mentre in alcuni casi gli uni e gli altri convergono.

Come con la Global education management Srl, la società di gestione dell’università, guidata da Vanna Fadini (indagata) e partecipata al 5% dalla Global drake Ltd. Nomi che ricorrono e che si intrecciano addirittura con il caso Russiagate che coinvolse il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La Global drake – come rivelato da un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano dell’ottobre 2019 – è infatti rappresentata legalmente da Stephan Claus Roh, avvocato di Joseph Mifsud, il 59enne professore maltese al tempo sospettato di aver collaborato con il servizi segreti russi, ospitato per qualche tempo presso la casa marchigiana di Alessandro Zampini, compagno di Fadini.

Al centro dell’indagine, oltre a Link Campus, c’è anche il Criss, il Consortium for research on intelligence and security services, partecipato al 100% proprio dall’Unilink: oggi il consorzio è amministrato dall’attuale rettore Claudio Roveda (anche lui indagato), ma fino a giugno 2018 annoverava fra i suoi vertici anche l’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta (non indagata). Gli altri dirigenti universitari indagati sono Achille Patrizi, delegato del rettore alle attività sportive e socio di minoranza della Global Education Management; Carlo Maria Medaglia, consigliere d’amministrazione di Link Campus e Pasquale Russo, direttore generale di Unilink. Non è tutto. Fra gli indagati compare anche Georges Mikhael, manager italo-libanese presidente della Sav Spa, la Società Autostrade Valdostane. Ma la Sav non è coinvolta nell’inchiesta. Mikhael è infatti presidente della Defendini Logistica Spa, storica azienda di Torino, fra le 27 oggetto di perquisizione: indagato anche l’ad di Defendini, Alessandro Bacci. Il procedimento penale riguarda poi Luca Antodicola, capitano dell’Esercito e titolare di Euralba Service, e Aldo Sciamanna, fondatore e manager della Siaed Spa.

I sospetti della Guardia di finanza di Roma riguardano i crediti d’imposta che questi progetti “simulati” avrebbero generato, permettendo alle società di utilizzarli “in compensazione in occasione del versamento delle imposte da loro dovute”. Una sorta di evasione fiscale indiretta. Fra le 27 società che hanno subito la perquisizione dei finanzieri ci sono anche la Elitaliana Srl e la Elitaliana Maintenance Srl, fondate dai fratelli Giancarlo e Alessandro Giulivi, quest’ultimo sindaco leghista di Tarquinia, in provincia di Viterbo. Alessandro Giulivi non ricopre formalmente ruoli di vertice nelle due aziende. La Elitaliana gestisce dal 2009 il servizio di elisoccorso per l’Ares 118 della Regione Lazio. A Ilfattoquotidiano.it, da Elitaliana spiegano che “noi siamo parte lesa da questa vicenda” in quanto “i progetti di sviluppo sono stati regolarmente acquistati e in parte pagati, ma i crediti d’imposta sono stati rigettati dall’Agenzia delle Entrate. Quando abbiamo smesso di pagare, Link Campus ha fatto ricorso per decreto ingiuntivo. Abbiamo iniziato una causa civile e questa inchiesta conferma che avevamo ragione”. Una situazione che, secondo i legali della società, sarebbe “comune a diverse aziende coinvolte”.

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