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Banksy, la Ragazza in lutto tornerà a Parigi. Nove arresti in Francia per il furto dell’opera in memoria delle vittime del Bataclan

La porta d'emergenza del Bataclan, rubata un anno fa, era nascosta a Sant'Omero (Teramo) in un casolare lungo una strada di passaggio dove, secondo le ipotesi investigative, dovevano avvenire le visite di eventuali compratori e il perfezionamento della vendita con il trasferimento poi verso il paese dell'acquirente

di F. Q.

Tornerà probabilmente molto presto in Francia la porta con la Ragazza in lutto di Banksy rubata al Bataclan di Parigi e disegnata dall’artista britannico in memoria delle vittime dell’attacco terroristico nel novembre del 2015. Dopo il ritrovamento dell’opera in Abruzzo da parte dei carabinieri francesi e italiani stanno organizzando il rientro nella capitale francese – come riporta Il Messaggero – per il 14 luglio, data della Festa nazionale francese. L’esposizione avrà luogo all’Unesco di Parigi.

La porta d’emergenza del Bataclan, rubata un anno fa, era nascosta a Sant’Omero (Teramo) in un casolare lungo una strada di passaggio dove, secondo le ipotesi investigative, dovevano avvenire le visite di eventuali compratori e il perfezionamento della vendita con il trasferimento poi verso il paese dell’acquirente. Nei giorni scorsi la polizia francese ha arrestato nove cittadini magrebini che secondo l’accusa sarebbero in qualche modo collegati al connazionale che lo scorso anno avrebbe portato l’opera in Italia lasciandola in custodia all’imprenditore di Tortoreto (Teramo) titolare di un B&B che, nelle scorse settimane, l’ha spostata nel casolare a Sant’Omero, dove è stata ritrovata dai Carabinieri di Alba Adriatica (Teramo) assieme alla polizia francese.

Il filone italiano dell’indagine, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’Aquila su indicazione della stessa magistratura d’oltralpe, vede indagato per ricettazione anche di un mediatore, un 60enne di Giulianova (Teramo), oltre allo stesso titolare del B&B, tutti già interrogati. L’imprenditore teramano si è difeso sostenendo che non conosceva il valore dell’opera e che si è limitato a fare una cortesia al magrebino che spesso alloggiava nella sua struttura lasciando in custodia degli oggetti. Gli investigatori però sono convinti che il casolare non sia stato scelto a caso. Al momento viene esclusa la pista terroristica. Le indagini sono state affidate al Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Ancona.

La porta era stata portata via la notte del 25 gennaio del 2019 da una banda di ladri con passamontagna e smerigliatrice. Banksy ne aveva denunciato la sparizione, esprimendo su Twitter “una profonda indignazione” per un’opera che era “simbolo di raccoglimento e che apparteneva a tutti: residenti, parigini, cittadini del mondo”. Il teatro parigino, aveva scritto lo street artist, “ha offerto questa opera sulla porta dell’uscita di soccorso del Bataclan per una ragione: quella della sua scelta d’artista urbano e in uno slancio di omaggio e di sostegno. L’essenza stessa dell’arte urbana è di dare vita ad un’opera d’arte in un ambiente particolare e siamo convinti che questa opera aveva un senso solo in questo posto. È per questa ragione che avevamo deciso di lasciarla, libera, nella strada, accessibile a tutti”. Il dipinto ha naturalmente un grande valore simbolico in Francia: molti si fermavano in raccoglimento, qualcuno portava una candela, altri un fiore. L’idea di esporlo all’Unesco di Parigi aiuterà a superare l’accaduto con la speranza che possa ritornare al più presto al suo posto.

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