A rallentare la penetrazione della e-car c’è poi l’intricato piano di sviluppo dei biocarburanti portato avanti da Eni. Nel Piano Colao c’è una sezione dedicata ai interamente biocarburanti, ovvero i combustibili ottenuti dalle biomasse (biodiesel, bioetanolo e biogas). Come elemento complementare alla mobilità elettrificata, il Piano Colao invita il governo a favorire la conversione della filiera degli idrocarburi tradizionali verso i biocombustibili, ma anche verso i carburanti alternativi come metano e Gpl.

“Una scelta sbagliata, dato che i biocarburanti hanno una disponibilità limitata ed impatti ambientali elevati – spiega Stefano Caserini – in particolare il biodiesel, che costituisce l’80 per cento dei 15,5 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) di biocarburanti usati in Europa”.

“Gran parte del biodiesel deriva ancora oggi da derivati dell’olio di palma e dalle colture della soia – spiega Andrea Poggio, responsabile trasporti di Legambiente – Gli scenari tracciati da un report di Rainforest Foundation Norway dicono che l’atteso aumento di domanda di biodiesel comporterà una deforestazione aggiuntiva di 5,4 milioni di ettari di foreste tropicali”.

Si inizia invece a investire per la produzione di idrogeno, anche a partire dal metano, un vettore potenzialmente di interesse per i mezzi pesanti o per il trasporto navale. Per Eni, l’energia blu, quella del metano, rimane necessaria come carburante di transizione, e anche per gli esperti del governo si dovrebbe rinnovare la flotta commerciale privata (camion, furgoni, ecc) incentivando l’acquisto di veicoli a gas. Ma i vantaggi sulle emissioni di Co2 dei veicoli a gas sono modesti, il metano è comunque un carburante fossile.

I benefici del metano sulle emissioni di CO2 sono troppo limitati. E se l’obiettivo è quello di raggiungere le emissioni nette zero entro trent’anni, per i combustibili fossili non c’è spazio. È necessario impostare una strategia industriale di lungo periodo, anche per quanto riguarda la produzione della necessaria energia rinnovabile, che sia in linea con gli obiettivi di drastica decarbonizzazione congruenti con l’Accordo di Parigi che l’Italia ha ratificato quasi all’unanimità. Perdere altro tempo può essere dannoso.

Aggiornato da redazione web il 19 giugno 2020, alle ore 9

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