È senza coda. O meglio, senza pinna caudale. E ieri 14 giugno si è avventurata nelle acque dello stretto di Messina, scortata dalla motovedetta CP852 della Guardia Costiera che ha così evitato scontri con barche. È la balenottera chiamata “codamozza” che secondo il biologo Carmelo Isgrò, fondatore del MuMa-Museo del Mare di Milazzo e anche lui a bordo della motovedetta, appartiene alla seconda specie più grande mai esistita. E non è tutto: il suo essere senza coda non le ha impedito di percorrere migliaia di chilometri per arrivare fino a qui. Spagna, Francia, Siria e Grecia. Nel catalogo di foto-identificazione dell’Istituto Tethys, che da oltre 30 anni studia i mammiferi marini del Mediterraneo, si vedono le prime tracce di “codamozza” nel 2005. E come fa a nuotare una balenottera senza coda, quando proprio la coda garantisce la propulsione nei cetacei. Ci riesce eccome: sta in superficie e non compie molte immersioni, ma ce la fa. È però molto emaciata il che lascia supporre che non riesca a mangiare. La balenottera, che secondo ricercatori deve aver subito due mutilazioni successive, non riesce a scendere in profondità e quindi ad alimentarsi. Come finirà il viaggio di “codamozza”?

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