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di Monica Valendino

Ha fatto scalpore la storia della maestra di Prato che ha deciso di portare i suoi piccoli alunni in un parco per riprendere la socializzazione e la didattica brutalmente interrotta a causa del virus. Ha fatto ancora più scalpore la presa di posizione di un sindacalista della Cisl che ha voluto puntare l’indice contro la scelta della docente, fatta certamente in buona fede, ma decisamente contro tutte le linee guida fin qui varate dal governo dopo estenuanti trattative per una parziale riapertura dei centri estivi.

Sta continuando a far scalpore la presa di posizione, scontata, dei genitori che si schierano attorno alla signora che viene vista addirittura come simbolo di “disobbedienza civile”.

Una vicenda tipicamente italiana dove gli ingredienti sarebbero un potere che vieta le libertà ai bambini e non prende in considerazione le esigenze dei genitori, dei sindacati zelanti, delle vittime sociali. Peccato che, anche se qualche giornale e molti politici vogliono sposare le tesi a loro comode portate avanti dai virologi che quotidianamente si sfidano con nuove teorie sulla malattia, rimane il fatto che nel mondo il Covid-19 continua a mietere contagi e vittime.

In Italia tutto va bene ma se in quantità limitata, vale soprattutto per le regole. A marzo nessuno si sognava di riaprire scuole o altro, poi pian piano (complici soprattutto molti politici che, nonostante l’evidenza dei fatti cavalcavano i primi malumori) si è iniziato a vedere piccole grandi ribellioni.
Non importa quanto viene detto dall’unico organo competente (l’Istituto Superiore di Sanità): l’importante è cercare sempre la scappatoia per eludere regole e protocolli.

La maestra in questione ha infranto le regole. Punto. Nonostante piaccia credere il contrario, nessuno ha ancora provato l’immunità dei più piccoli, così come non è provato che non siano portatori spesso sani della malattia. Anzi, studi vari a livello internazionale, portano avanti correlazioni tra il Covid-19 e malattie infantili che mai come in questo tempo vedono aumentare i casi.

Per questo le linee guida sui più giovani rimangono rigide, per questo si è dato il via libera a centri estivi con regole ferree, per questo si continua a discutere di scuola a settembre in vari modi, alcuni bizzarri senz’altro, ma tutti indirizzati a un’unica cosa: la sicurezza.

In mancanza di prove certe meglio più precauzioni che azzardi vari, ma evidentemente questo non va bene a chi è alla ricerca di consensi e a chi vuole vedere solo ai benefici di casa sua.

Così a Prato (ma la cosa sembra dilagare in tutta la penisola), piccoli gruppi autogestiti da insegnanti o educatori, vedono assecondare le richieste dei genitori (con il sorriso di alcuni politici ovviamente) mettendo gli stessi bambini a rischio. Oltre a questo rimane il fatto che se ognuno fa quel che vuole, anche se in buona fede e spinto da altruismo, si finirebbe nell’anarchia e siccome l’etica non è universale, ci ritroveremmo presto con attività di ogni tipo create sotto le proprie linee guida, perché “siamo disobbedienti civili ma anche rispettosi della sicurezza”.

Poi, che la scuola e il benessere dei ragazzi e dei bambini sia un argomento prioritario è scontato. Ma finché non ci sono certezze è bene reprimere balzi in avanti individuali prima che ognuno si senta autorizzato a infrangere quello che non condivide.

Ricordando a tutti che sia in Germania, sia in Francia, sia nel Regno Unito le scuole che sono state già riaperte spesso hanno dovuto richiudere subito.

Si inizi piuttosto a prendere spunto da questi paesi dove da anni le aziende hanno predisposto spazi per i figli dei dipendenti, che in Italia mancano da sempre. Sia questo il momento di parlarne e attrezzarle in fretta perché non saranno maestre nei parchi a salvare la scuola, ma solo una nuova organizzazione che non può arrivare nell’immediato solo per soddisfare qualcuno.

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