Musica

I lavoratori della musica si uniscono per avere risposte: “Il Decreto Rilancio? Insufficiente, se riapriamo così falliamo. Al governo chiediamo liquidità o aiuti fiscali”

Le misure adottate dal Governo nel Decreto Rilancio sembrano scontentare, ancora una volta dopo il precedente Cura Italia, non solo discografici, ma anche il mondo dei tecnici e degli operatori invisibili. Oltre 400mila persone che si ritrovano senza lavoro e tutele sia perché i grandi eventi estivi sono slittati al 2021, che per il blocco di quasi tre mesi del mondo discografico. A FqMagazine abbiamo raccolto le loro richieste, le delusioni e l'appello affinché il ministro Franceschini apra al più presto un tavolo tecnico, con chi la musica l'ha “vissuta” davvero

di Andrea Conti

I LAVORATORI INTERMITTENTI ASPETTANO ANCORA RISPOSTE - 3/4

“Il Decreto Cura Italia di marzo ha previsto un’indennità di 600 euro per i lavoratori dello spettacolo che non avessero contratti in essere alla data del 17 marzo. – racconta il backliner Emilio Simeoni, tra gli ultimi tour a cui ha lavorato c’è Ultimo in Italia, The Aristocrats in Europa – Purtroppo, essendo il nostro lavoro intermittente, e non essendo i contratti intermittenti contemplati nel decreto, tutti i tecnici soci di cooperative con contratti in essere non hanno ricevuto il bonifico o se lo hanno ricevuto sembra debbano restituire la cifra all’Inps. Per fortuna il nuovo decreto prevede l’indennità per tutti, abbassando inoltre il limite minimo delle giornate lavorate nel 2019, necessario per poter effettuare la richiesta, consentendo così l’accesso agli ammortizzatori sociali a più persone”.

E aggiunge: “Per questo sono ottimista, anche se ad onor del vero ad oggi non compare sul sito dell’Inps la voce ‘intermittenti’ per poterli richiedere. Da quello che so, i beneficiari di marzo stanno ricevendo anche aprile, con lentezza, ma non possiamo che riflettere sul fatto che tutte queste misure siano straordinarie e richiedano tempo. Per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, non è stata concessa, mi dicono per un conflitto tra due circolari che le regioni faticano a interpretare. Tutti i tavoli stanno chiedendo chiarezza sul provvedimento, spero si possa trovare una soluzione in tempi brevi”.

Ma c’è ancora da fare: “Il Governo ha agito prontamente nella nomina di una task force, purtroppo detta task force è costituita principalmente da esperti del campo sanitario. Credo che sarebbe stato necessario creare una rappresentanza di tecnici dello spettacolo, del turismo e di tutto il terzo settore, per individuare al meglio le soluzioni. In questo momento gli aerei volano con il solo obbligo di mascherine, e i ristoranti e i pub sono aperti, eppure per i concerti vige obbligo di distanziamento, limite a 1000 posti all’aperto, e divieto di somministrazione. Questo genera una disparità di trattamento inspiegabile dei diversi settori produttivi”.

“Ci siamo resi conto di essere inesistenti nell’ordinamento professionale, spesso equiparati ai lavoratori stagionali, ma senza le certezze che gli stagionali hanno. – conclude – Il nostro è un lavoro complesso, senza garanzie, e con accesso molto confuso agli ammortizzatori sociali. Abbiamo visto quanto sia necessaria una riforma del nostro settore, che ci possa rendere visibili e riconosciuti dalle istituzioni, dal mondo del lavoro e dalle aziende di filiere produttive diverse da quelle degli eventi. I professionisti dello spettacolo sono lavoratori con grande specializzazione, capacità e abilità, e sono spesso sconosciuti, per loro stessa natura, lavorando dietro le quinte. Ho creato www.chiamatenoi.it per cercare di ricollocare temporaneamente i tecnici che giocoforza sono costretti a casa, e stiamo partecipando attivamente ai tavoli di lavoro per trovare soluzioni a breve e lungo termine”.

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