Da oltre una settimana circa 40 senzatetto sono accampati davanti al Comune di Torino. Sfrattati dal dormitorio che li ospitava in piazza d’Armi, chiuso dopo un mese di proroga, i senza fissa dimora hanno scelto i portici come “rifugio”, ma la situazione sanitaria è critica. “Nessuno si è presentato dal Comune, dall’Asl, nessuno è venuto a vedere la situazione e a proporre soluzioni. Sono completamente abbandonati, durante un’emergenza sanitaria gravissima”, dice Chiara Fiore, una delle tante volontarie che stanno aiutando da lunedì scorso. “Il Comune ha rifiutato qualunque interlocuzione – aggiunge l’avvocato Gianluca Vitale – Non ci sono mai state risposte. L’unica è stata con la Prefettura e la Questura, che si sono rese conto che c’era un problema”. “Qui ci sono 35, 40 persone, altrettante sono rimaste in piazza D’Armi. La situazione sanitaria è complessa, sono state controllate le condizioni di salute e stavano tutti bene, ma non abbiamo accesso a bagni pubblici e acqua – spiegano – Sono persone italiane e straniere, alcuni con la carta di soggiorno, altri con permessi di lavoro, altri ancora rifugiati, qualche irregolare”. Intanto dal 9 maggio scorso, i militanti dell’associazione Marco Pannella hanno lanciato uno sciopero della fame “a staffetta” per tenere alta l’attenzione sul problema. La situazione è arrivata anche in Parlamento, con un’interrogazione di Roberto Giachetti al ministro degli Interni e a quello della Sanità. Il deputato di Italia Viva, iscritto al partito Radicale, ha chiesto “quali iniziative intendano adottare alla luce dell’emergenza sanitaria”, definendo “inumano” e “degradante” ciò che sta accadendo.

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