Vladimir Putin voleva azzerare i suoi mandati presidenziali con la nuova Costituzione per mantenere il potere dopo il 2024, ma la pandemia di coronavirus sta invece azzerando tutti i suoi piani e il leader del Cremlino si rivela sempre di più il re, o meglio lo zar, nudo. Se i suoi colleghi europei hanno guadagnato nei consensi grazie all’effetto dello “stringersi attorno alla bandiera” prodotto dalla crisi sanitaria ed economica senza precedenti, non è stato così per il presidente russo. Il tasso di approvazione di Putin è sceso ad aprile al 59%, dato più basso dal 1999 come mostra il sondaggio dell’istituto indipendente “Centro Levada”, bollato in Russia come “agente straniero”.

A marzo i consensi di Putin erano al 63%, ma, come precisa l’istituto, si trattava di un sondaggio diretto, mentre quello di aprile, vista la quarantena, è stato condotto al telefono, e quindi bisogna mettere in conto che le risposte erano più “conformiste” e “leali” verso le autorità, per cui il calo dell’approvazione del presidente russo potrebbe essere ancora maggiore. “Oggi possiamo dire che i tempi in cui descrivevamo il regime russo come l’autoritarismo di un leader popolare sono passati”, ha detto commentando i dati della ricerca il politologo Kirill Rogov. “Certamente non sono finiti oggi, questo stava avvenendo negli ultimi due anni. L’immagine di Putin stava perdendo la sua gagliarda forza di persuasione”, ha scritto su Facebook Rogov.

Il sondaggio è arrivato in un momento in cui la Russia sale sempre di più nella lista dei Paesi colpiti dal coronavirus, registrando da quattro giorni consecutivi oltre 10mila nuovi casi di Covid-19 (più di 11mila giovedì). E il virus si espande anche tra i membri del governo: dopo il premier Mikhail Mishustin e il ministro delle Costruzioni, Vladimir Jakushev, è risultata positiva a Covid anche la ministra della Cultura, Olga Ljubimova.

Ma nella video-conferenza tenuta da Putin lo stesso giorno si è cominciato già a parlare dell’allentamento delle misure restrittive a partire dal 12 maggio. Il presidente russo ha delegato la decisione in merito ai capi delle regioni, in coordinamento con il governo, chiedendo “attenzione e cautela”, ma il sindaco di Mosca, Sergej Sobjanin, che veste i panni del poliziotto cattivo in questa crisi, ha detto che la capitale manterrà il regime di isolamento anche dopo il 12 maggio, eccezione fatta per la manifattura e l’edilizia. Mosca, con più di 92mila casi di Covdi confermati, ha già superato i numeri dell’intera Cina.

L’agenda politica di Putin è stata completamente stravolta dalla pandemia. Doveva essere la primavera della rinnovata unione della Nazione attorno al suo leader, invece il coronavirus e la conseguente crisi economica, insieme al calo mondiale dei prezzi del petrolio, dai quali dipendono le entrate dell’erario russo, hanno cambiato le carte in tavola. Prima il leader del Cremlino ha dovuto rimandare a data da destinarsi il “voto popolare” del 22 aprile sugli emendamenti alla Costituzione, compreso quello che gli avrebbe permesso di rimanere al potere fino al 2036. In seguito, di fronte all’incalzante epidemia di Covid-19, il presidente ha annullato la parata militare del 9 maggio in occasione del 75esimo anniversario della vittoria nella “Grande guerra patriottica” contro l’invasore nazista.

Sotto la presidenza di Putin la giornata del 9 maggio, invece di commemorare il terribile costo umano per l’Urss dell’ultima guerra mondiale, si è trasformata in un’apoteosi del patriottismo dallo slogan minaccioso “possiamo ripetere” e uno degli elementi più importanti di quello che il leader del Cremlino aveva chiamato “il collante spirituale” della Nazione. Causa coronavirus, la parata, alla quale era atteso anche il presidente francese Emmanuel Macron, è stata ridimensionata alla sola parte aerea.

La pandemia di Covid-19 è intervenuta nei piani del Cremlino già a marzo, quando l’agenzia Tass ha dovuto fermare la pubblicazione a puntate di una programmatica intervista a Putin, spiegando che i temi di attualità sono cambiati. E dopo il clamore suscitato dalla notizia su un mosaico per celebrare l’annessione della Crimea raffigurante il leader russo nella nuova cattedrale delle Forze armate, la cui inaugurazione il 9 maggio è stata rimandata, lo stesso presidente ha detto che la sua immagine in chiesa era prematura e la raffigurazione è stata rimossa.

Il portavoce del presidente, Dmitrij Peskov, racconta che Putin, in isolamento presso la sua residenza fuori Mosca, nuota in piscina e legge i libri di storia, mentre il 44% dei russi deve risparmiare per sopravvivere alla pandemia, a quanto rivela un sondaggio per la Banca centrale russa. Nell’intervista del 6 maggio a Vedomosti, il ministro delle Finanze, Anton Siluanov, ha escluso la possibilità di aiuti diretti alla popolazione, definendoli come “soldi dall’elicottero”. Ma diversi importanti economisti russi sostengono la necessità di aiuti mirati e anche l’oppositore Alexej Navalnyj ne ha fatto il suo cavallo di battaglia. E mentre lo Stato appare assente, la glorificazione di Putin diventa fuori luogo, anzi può renderlo ridicolo, ed è quello che il Cremlino teme di più.

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