Brescia si candida a diventare capitale per il diritto allo studio in tempo di coronavirus. E lo fa mettendo sul tavolo un piano per la ripartenza a settembre e una proposta per la riapertura delle scuole in estate per ospitare Grest e Cred (attività organizzate dal Comune e dalle parrocchie). A capo dell’idea c’è l’assessore all’Istruzione, Fabio Capra, al lavoro da settimane per trovare le soluzioni migliori per l’avvio del nuovo anno scolastico. “Ad oggi – spiega – non abbiamo un atto del Governo che dichiari aperta la scuola a settembre, ma non possiamo farci trovare impreparati. Stiamo immaginando degli scenari. Abbiamo aperto un tavolo di lavoro per i trasporti e uno per la logistica scolastica. Non c’è dubbio che sarà una bagno di sangue per i Comuni ma dovremo moltiplicare i mezzi di trasporto”.

Questo è il primo passo. Il secondo è quello di scaglionare l’ingresso a scuola. “Dal punto di vista logistico assistiamo a una costante diminuzione della natalità. Abbiamo il 30% di locali che non sono usati per aule ma per laboratori o teatro. Non abbiamo problemi di spazio ma un problema organizzativo. Bisognerà partire da ingressi a scuola diversificati altrimenti è difficile pensare di rispettare le distanze”.

Sul tavolo di Capra c’è anche l’idea dei doppi turni: l’ipotesi più accreditata è che si vada a scuola a gruppi e a giorni alterni. Non saranno però dimezzate le ore di lezione grazie alla didattica online. Ma la preoccupazione maggiore dell’assessore bresciano è per la refezione scolastica: la mensa per la stragrande maggioranza dei bambini era il luogo dove consumare un pasto decente una volta al giorno. “Dobbiamo tornare ad assicurarla garantendo la sicurezza. Faremo dei sacrifici, implementeremo il personale”.

Intanto sul tavolo della Giunta è arrivata la proposta da parte di Capra di fare una sperimentazione estiva attraverso i Grest e i Cred. “Alcuni istituti – spiega l’assessore – dovranno restare chiusi per la manutenzione ma altri potremmo aprirli e fare dei Cred estivi con piccoli gruppi organizzati anche con la partecipazione dei maestri. Questo potrebbe aiutare a prepararsi all’avvio a settembre”.

Capra ha chiaro che dovranno essere fornite mascherine ai bambini e dispenser igienizzanti. Non potranno esserci più di dieci bambini per gruppo e dovranno essere fatti all’aperto. Una questione che ha ottenuto l’ok anche della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che è intervenuta dicendo che “il Governo è al lavoro sulla definizione di linee guida specifiche che consentano di far recuperare la dimensione della socialità ai bambini più piccoli attraverso attività all’aperto. Sappiamo bene che su questo le indicazioni del comitato tecnico-scientifico invitano alla massima prudenza. Si tratta quindi di un puzzle di difficile composizione. Servono cautela e responsabilità. Ma con le giuste precauzioni si possono ipotizzare soluzioni di buonsenso, da programmare nelle prossime settimane, per dare una mano alle famiglie”.

Articolo Precedente

Scuola, nessun’alternativa: le lacune si recuperano a settembre. Ma il problema resta

next
Articolo Successivo

Coronavirus, Azzolina promette ritorno a scuola a settembre: “È un diritto degli studenti”. E ipotizza l’uso della formula mista con classi dimezzate e presenze alternate

next