I drammatici avvenimenti di questi giorni evidenziano anche ai più scettici la necessità di un sistema che metta finalmente al centro il bene pubblico e i diritti individuali e collettivi a cominciare da quello alla salute. Quello attuale, infatti, si dimostra del tutto inadeguato, e non solo in Italia, ma in tutto l’Occidente capitalistico, a cominciare dal suo Paese guida, gli Stati Uniti d’America.

La pandemia continua a devastare la Lombardia e altre regioni dell’Italia settentrionale. Anche nel Lazio i contagi crescono, mentre gli infermieri vengono assunti con contratti trimestrali e salari di fame e in compenso i privati, favoriti dagli scellerati processi di privatizzazione della sanità condotti dalle amministrazioni di centrosinistra e centrodestra, incamerano somme ancora maggiori del solito.

Il governatore della Banca d’Austria, Robert Holzmann, ha definito la crisi derivante dal coronavirus una “purificazione” per l’economia. In effetti è probabile che qualche centinaio di migliaia, o magari qualche milione, di morti fra i settori più vulnerabili della popolazione possa in qualche modo attenuare il peso gravante sui bilanci pubblici, consentendo in prospettiva alla finanza predatoria di tirare un sospiro di sollievo. Era tempo del resto che Christine Lagarde e altri personaggi di questo tipo attiravano allarmati l’attenzione sul fatto che l’allungamento della vita media avrebbe pesato in modo eccessivo.

A dispetto di questi profeti del neoliberismo, bisogna procedere in direzione totalmente opposta. Bisogna estendere il reddito di cittadinanza, sospendere tutti i pagamenti ed effettuare distribuzioni di beni di prima necessità, garantire il lavoro e i diritti dei settori oggi più esposti della manodopera, spesso migranti, come braccianti, rider e badanti che stanno salvando la società italiana con il loro lavoro umile, mal pagato e oggi più che mai pericoloso.

L’Unione europea, se fosse qualcosa di più di un apparato spesso inutile di burocrati al servizio del capitale internazionale, dovrebbe in un’occasione del genere mettere la mano al portafoglio e finanziare tutti i programmi necessari oggi per l’emergenza e domani per la ripresa. Ma la presidente di Commissione, Ursula Von der Leyen, ostaggio delle oligarchie finanziarie, non ne vuole sapere. E’ quindi probabilmente giunto il momento della rottura con questa Unione europea per salvare l’idea stessa di Europa. Pare se ne stiano rendendo conto perfino Conte e Mattarella.

E’ giunto del resto anche il momento dello sganciamento dall’Occidente in mano a leader indegni di questo nome. Basti fare i nomi di Trump, Johnson e Bolsonaro. Il primo ha negato a lungo che ci fosse una pandemia e solo ora cerca di approfittarne per scaricarne la responsabilità sui governatori del Partito democratico, a cominciare da quello dello Stato di New York. Il secondo, dopo aver annunciato ai suoi cittadini che dovevano prepararsi a separarsi dai propri cari e aver messo in cantiere una strategia autolesionista basata sull'”effetto gregge” si è ammalato lui stesso. Il terzo continua a far finta niente incitando i brasiliani a “non essere codardi” e a continuare a produrre e uscire per strada: gli effetti li vedremo purtroppo fra poco in un Paese che, nonostante gli avanzamenti registrati al tempo di Lula e di Dilma, continua a presentare tremende lacune e diseguaglianze.

Gli unici input positivi, in termini di modelli di comportamento e di aiuti concreti giungono invece da Paesi come la Cina e Cuba, mentre anche la Russia di Putin e perfino la piccola Albania stanno dando un aiuto all’Italia.

In una situazione così drammatica, il ceto politico italiano rivela ancora una volta le sue magagne. La palma del peggiore spetta a Renzi, che, ignorato da tutti, per riguadagnare la scena irresponsabilmente proclama la necessità di riaprire immediatamente le aziende e fra poco anche le scuole. Archiviare definitivamente questo ed altri politicanti nocivi dovrà costituire un passo preliminare ma ineliminabile per cambiare a fondo un sistema che, come ci dimostra tragicamente questa pandemia, non può reggere più e che è ora di ricostruire dalle fondamenta.

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