7.400 spettacoli cancellati. Una perdita economica da 10 milioni di euro. È l’effetto coronavirus su tutti gli spettacoli dal vivo. Il comunicato ufficiale dell’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) sui dati SIAE è senza appello. Per concerti musicali, teatri ed ogni spazio di forma d’arte in pubblico nei sette giorni, fino al 1 marzo, di blocco e chiusura voluti dal governo, sarà sprofondo rosso. Per questo molte agenzie live, in prossimità della partenza di alcuni tour, hanno deciso, anche per precauzione, di fermare e rinviare molte delle attività previste. Decisioni che avranno sicuramente dei contraccolpi nell’organizzazione generale e che colpiranno inevitabilmente le maestranze già pre allertate, come anche le casse degli introiti.

Vincenzo Spera, presidente di Assomusica (Associazione tra i Produttori e gli Organizzatori di Spettacoli di Musica dal Vivo), interpellato da FqMagazine spiega che ha chiesto ai vertici del Governo e ai ministri lo “stato di crisi” per fronteggiare le conseguenze delle ordinanze emanate per combattere il Coronavirus. “Era inevitabile che chiedessimo lo stato di crisi e spero che sia accolto. – spiega il presidente di Assomusica – Non abbiamo paracaduti di nessun genere da parte delle istituzioni. E pensare il nostro è il settore che più traina il turismo se si pensa ai 600 mila che transitano per gli spettacoli a Verona, per non parlare di oltre un milione di spettatori su Milano. In questo momento stiamo raccogliendo dati, in seguito alle conseguenze delle ordinanze e vedremo l’impatto reale, ma è evidente che, essendo una cosa nuova senza protezioni assicurative, non ci sono fondi per coprire la situazione pesantissima che si sta delineando. Sia chiaro e lo ribadisco: noi non abbiamo finanziamenti di alcun tipo, quindi siamo scoperti nei casi come questi”. “Vorrei anche sottolineare – conclude il presidente Spera – che le misure adottate sono comprensibili. Bisogna restare calmi e non cadere in psicodrammi inutili. Cerchiamo, come già stiamo facendo, di seguire le evoluzioni e lo stato delle cose. Il 2 marzo vediamo cosa accadrà e se ci saranno altri provvedimenti da prendere. Io spero che si trovi una soluzione nell’ottica di tranquillizzare tutti e consentire di andare concerti, in massima sicurezza”.

È anche un po’ la speranza di Marracash che, interpellato sui social da un fan sul tour che parte il 28 marzo, ha risposto in maniera più diretta: “Manca un mese. Mi auguro che questa stupida follia collettiva sia finita per allora. Anche perché sennò andiamo in bancarotta come Paese!”.

Nel concreto nel mondo della musica sono state già prese decisioni drastiche, in ottemperanza alle direttive governative. Rinviato tutto il tour dei terzi classificati al Festival di Sanremo 2020, i Pinguini Tattici Nucleari. Quindi le tappe previste per febbraio e marzo 2020 nei palazzetti saltano “in attesa di prossimi sviluppi ed ulteriori disposizioni per fissare le nuove date. È uno spostamento doveroso e necessario nei confronti dei numerosi fan della band, nell’ottica di privilegiare la tutela della salute di tutti in un momento così delicato”, si legge in un comunicato congiunto di Bpm Concerti e Trident Music. La band dal canto suo specifica: “La priorità è salvaguardare la salute collettiva. L’hashtag ufficiale del tour è sempre stato #machilavrebbemaidetto e quindi non ci rimane che questo: che ironia! Sappiate solo che non c’è mai stata una delusione in grado di scalfire l’animo di questa band. In questi prossimi mesi tenete da parte urla, risate, lacrime, battiti di mani. Vi promettiamo che la festa sarà ancora più grande”.

Anche Vivo Concerti ha comunicato che il tour di Brunori Sas subirà alcune modifiche di calendario: la data zero a Vigevano del 29 febbraio è stata cancellata, invece posticipati i Live a Casalecchio di Reno (BO) del 7 aprile, Torino del 15 aprile, Assago (MI) del 17 aprile e Jesolo (VE) del 19 aprile. Sempre in ottemperanza alle disposizioni della Regione Lombardia, anche il concerto di Francesca Michielin previsto per giovedì 27 febbraio al Serraglio di Milano è stato annullato, l’artista lo recupererà con una diretta Facebook lo stesso giorno. Anche Antonello Venditti ha dovuto posticipare il suo concerto, previsto a Jesolo il 29 febbraio, al 20 marzo. I tre concerti della PFM che erano in programma a Brescia il 24 febbraio, a Milano il 25 febbraio e a Padova il 27 febbraio sono stati posticipati a maggio. Come già specificato da Linus cancellato anche il party di Radio Deejay – per i 38 anni di attività – che si sarebbe dovuto tenere il 25 febbraio, all’Alcatraz di Milano.

Infine criticità anche per gli instore tour di alcuni artisti. Fasma, tra i protagonisti delle Nuove Proposte all’ultimo Festival di Sanremo, ha dovuto rinviare a data da definire i primi due appuntamenti a Milano e Torino. Mentre Elettra Lamborghini aveva già annunciato di aver cancellato gli appuntamenti del 23 febbraio a Biella e il 24 febbraio a Genova. Poi sono stati annullati, sempre per motivi precauzionali, anche gli instore previsti per il 26 febbraio a Mestre, il 29 febbraio a Rovigo, domenica primo marzo a Verona e il 2 marzo a Brescia. Confermati tutti gli altri appuntamenti, con un cambiamento di location previsto per l’instore in Sicilia di venerdì 28 febbraio, che non si terrà più a Modica ma a Siracusa. Il rapper Mostro ha posticipato addirittura l’uscita dell’album al 27 marzo, riprogrammando di conseguenza tour e instore. Non è escluso che nei prossimi giorni ci possano essere altre comunicazioni da parte delle Agenzie Live e dagli uffici stampa degli artisti, in merito a tour ed eventi, a seconda anche degli aggiornamenti da parte del Governo sulla situazione generale in Italia sul tema del Coronavirus e dalle misure da adottare.

E se i live musicali non se la passano bene, i palchi teatrali non stanno di certo meglio. L’ecatombe di sospensioni, cancellazioni e rinvii tra prosa, lirica e danza sta facendo andare in fumo migliaia di biglietti pagati e decine di manifestazioni già programmate da mesi. “Tra Un nemico del popolo al Carignano con Massimo Popolizio, le sei recite di Ascanio Celestini e gli spettacoli dei ragazzi calcoliamo un mancato ricavo di biglietteria del teatro per una settimana che corrisponde ad oltre seimila biglietti già acquistati”, spiega al FQMagazine, Filippo Fonsatti, direttore del Teatro Stabile di Torino, vice presidente Agis e presidente di Federvivo. “La salute prima di tutto, sia chiaro. Oggettivamente l’alta concentrazione di persone gomito a gomito in una sala può, se la scienza sostiene questa tesi, scambiare questo virus. Dopodiché siamo sorpresi di come tutto ciò abbia ingenerato ansie e paure nel pubblico. Al di là della chiusura dei nostri spazi la psicosi si è talmente diffusa in pochissime ore che anche se fossimo rimasti aperti avremmo subito un danno economico comunque”. Fonsatti elenca i dati di domenica 23 febbraio. Al Teatro Carignano su 600 biglietti (tutto esaurito) 200 spettatori non si sono presentati. Al Teatro Gobetti per Apologia con Elisabetta Pozzi erano stati venduti tutti i 230 biglietti, ma 80 prenotati hanno disertato. “Auspichiamo come tutti che non ci sia un ulteriore proroga di chiusura per una settimana, ma ci vorrà davvero una pubblicità progresso finanziata dal ministero per far tornare la gente a teatro. Ci è voluto pochissimo per farli allontanare, e ci vorrà tantissimo per farli tornare riaccendendo la loro fiducia”. Il direttore dello Stabile spiega anche l’esistenza di un’attività educativa per i ragazzi fuori dagli orari di scuola – il “settore educational” – con imprese che lavorano solo in questo settore e in tutto il Nord Italia per le quali lo stop è di quindici giorni con relativo impatto sui lavoratori tali da richiedere subito la cassa integrazione. “Siamo in una situazione che il diritto inglese definisce da “acts of god”. Solo il terremoto aveva distrutto i teatri, ma gli ultra settantenni che lavorano nel nostro settore non hanno mai visto nulla di simile. Per questo abbiamo bisogno di risorse integrative urgenti che incidano sui mancati ricavi, ma ricordiamo anche le sale chiuse del Nord Italia verranno penalizzate in modo drastico rispetto ai contributi del FUS visto che avremo meno recite, meno borderò, meno spettatori paganti”.

In Emilia Romagna l’applicazione dell’ordinanza ha colpito in pieno il Festival VIE appena iniziato e che sarebbe dovuto svolgersi proprio nella settimana che va dal 24 febbraio al primo marzo. Una quindicina di eventi internazionali di teatro di ricerca dislocati tra cinque comuni in tre province differenti (Modena, Bologna, Cesena) cancellato fino all’ultimo dei più piccoli convegni. “È un po’ presto per fare delle valutazioni – spiegano a FQMagazine dal Piccolo Teatro di Milano – La nostra linea è, per il momento, attenersi all’ordinanza, come è giusto che sia. Oggi abbiamo comunicato al nostro pubblico, sul sito e sui canali social del teatro, le modalità per il rimborso o per eventuali spostamenti. Aspettiamo di capire come evolverà la situazione, che per noi significa anche capire se verrà confermata la tournée della Tragedia del Vendicatore, la nostra produzione diretta da Declan Donnellan, che il 4 marzo dovrebbe debuttare al Barbican di Londra”.

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