Manipolazioni di concorsi e raccomandazioni. Era questa l’accusa che provocato un terremoto in Basilicata nel luglio del 2018 con gli arresti domiciliari del presidente. Oggi Marcello Pittella (Pd) è stato rinviato a giudizio oggi dal giudice per l’udienza preliminare di Matera, Angelo Onorati, nell’ambito di quell’inchiesta che nel gennaio 2019 lo portò alle dimissioni. Nell’indagine furono coinvolte 34 persone e due società. Il 6 luglio 2018 furono eseguite 30 misure cautelari, fra le quali 22 arresti (due in carcere e 20 ai domiciliari). Il processo comincerà davanti al Tribunale di Matera il prossimo 22 aprile.

Il giudice per le indagini preliminari, che firmò il provvedimento, descrisse il politico come il “deus ex machina di questa distorsione istituzionale” in cui i concorsi non venivano vinti dai più meritevoli, ma da chi più sponsorizzato. Per il giudice era Pittella “che influenza le scelte gestionali delle aziende sanitarie e ospedaliere interfacciandosi direttamente con i direttori generali che sono stati nominati con validità triennale dalla sua giunta“. E, visto che era in procinto di ricandidarsi alle regionali, il giudice individuava un pericolo di reiterazione dei reati “quantomai attuale e concreto“, visto che “ciò fa ritenere che continuerà a garantire i suoi favori e imporre i suoi ‘placet‘ ai suoi accoliti pur di consolidare il suo bacino clientelare, potendo contare su appoggi locali, in uno scambio di utilità vicendevoli”.

Oltre a Pittella, sono stati rinviati a giudizio Pietro Quinto e Giovanni Chiarelli, all’epoca dei fatti commissari delle Asl di Matera e di Potenza, Giovanni Battista Bochicchio, Vito Montanaro, Maria Benedetto, Maddalena Berardi, Anna Rita Di Taranto, Davide Falasca, Vito D’Alessandro, Graziantonio Lascaro, Cristoforo Di Cuia, Maria Evangelista Taccardi, Gianvito Amendola, Angela Capuano, Gennaro Larotonda, Rosanna Daniela Grieco, Gaetano Appio, Carmela Lascaro, Roberto Lascaro, Roberta Fiorentino, Claudio Lascaro.
Oggi davanti al giudice due imputati hanno patteggiato (dieci mesi di reclusione ciascuno, con pena sospesa) e altri due sono stati assolti e per altri otto il giudice ha deciso il non luogo a procedere. L’inchiesta, denominata “suggello”, portò alla luce un “avvilente quadro di totale condizionamento della sanità pubblica”, in particolare per concorsi truccati e nomine pilotate, in cui Pittella era appunto considerato il dominus.

La Cassazione, però, nel novembre del 2018 aveva annullato con rinvio l’ordinanza con cui, il 19 luglio del 2018, il Riesame aveva confermato gli arresti domiciliari di Pittella. Gli ermellini avevano accolto il ricorso presentato dai legali dell’ex governatore che contestavano la sussistenza di indizi di colpevolezza e di esigenze cautelari a suo carico. Il 24 settembre il gip aveva sostituito i domiciliari con il divieto di dimora, in seguito alla chiusura delle indagini.

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